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Più controlli per un’accoglienza degna: appello al prefetto

Il Coordinamento ‘Isernia Provincia Aperta’ ha presentato un documento con una proposta per la gestione dei migranti sul territorio. “Sì ai progetti Sprar. No al sistema dell’ospitalità improvvisata”. Condannati gli atti di violenza


ISERNIA. Hanno condannato fortemente ogni forma di violenza. Al contempo, hanno lanciato un appello per un’accoglienza degna a Isernia, presentando un documento di proposte concrete sul tema della gestione dei flussi migratori da sottoporre al prefetto. Si tratta di numerosi cittadini, tra aderenti ad associazioni e singoli esponenti della società civile, riunitisi in un coordinamento, i quali hanno indetto una conferenza stampa in Piazza Celestino V per far conoscere alla comunità la loro idea di integrazione, maturata attraverso il contatto diretto con i richiedenti asilo ospitati in alcune strutture della provincia pentra. Alla base del documento: l’istanza di adesione agli Sprar, con una più stringente regolamentazione delle misure d’accoglienza e la relativa condanna dell’attuale sistema di ospitalità improvvisata.

Il coordinamento, denominato ‘Isernia Provincia Aperta’, ha voluto evidenziare, anche presentando le testimonianze di diversi stranieri ospitati sul territorio, come molti migranti desiderino essere parte attiva della comunità, ma spesso non sarebbero messi nelle condizioni di integrarsi. Ed ecco l’affondo: “La delicatissima gestione dei centri di prima accoglienza – denunciano nella nota – viene spesso affidata a ‘imprenditori’ senza esperienza e con scarsa sensibilità, che dirigono le strutture avvalendosi di personale scarso e non specializzato, in molti casi violando la convenzione stipulata con la prefettura. Carenza di personale che vale per la presenza di un medico o, soprattutto, di uno psicologo e di un mediatore esperti che siano in grado di intercettare eventuali segnali di malessere emotivo e psicologico all’interno del centro”. Ma c’è di più. Il coordinamento segnala anche “lungaggini e mal funzionamento della questura di Isernia, sottodimensionata nell’organico”.

In sostanza, l’appello è per una svolta, da imprimere attraverso una gestione più professionale e trasparente del fenomeno, per il bene di ospitati e ospitanti. Le richieste del coordinamento sono chiare: “Aumentare i requisiti per l’adesione al bando prefettizio, in modo che i centri possano essere gestiti da professionisti; prevedere la redazione di un bilancio semestrale dettagliato da pubblicare in rete; consentire al migrante di collaborare e non di essere soggetto passivo; avviare un’azione sistematica di controllo e monitoraggio delle strutture da parte delle autorità competenti; incoraggiare le buone prassi in tema di accoglienza e integrazione attraverso una maggiore informazione sul fenomeno”.

Nella convinzione che la strada più virtuosa per la gestione dei flussi sia l’adesione da parte dei Comuni alla rete Sprar, anche sulla scorta di esperienze positive registrate in Toscana ed Emilia Romagna, il coordinamento auspica che il Comitato Territoriale per l’Immigrazione, presso la prefettura di Isernia, possa diventare un luogo di incontro e decisione tra attori pubblici, professionisti e associazioni realmente impegnati nell’accoglienza.

Un tema delicato, trattato dagli stessi protagonisti per lanciare un messaggio ancora più incisivo. Il giovane ‘Happy’ ha raccontato: “Sono arrivato in Italia, tra tante sofferenze, senza famiglia. All’inizio tutti mi scacciavano, allora ho capito che dovevo farmi accettare. Ho deciso di andare a scuola e ho iniziato a cantare nel coro gospel. Ora la mia nuova famiglia è proprio a Isernia”. A descrivere la necessità di un dialogo tra razze è stato poi un altro giovane: lui è giunto solo e ha capito che per integrarsi avrebbe dovuto studiare. Ha studiato per diventare mediatore culturale e aiutare altri nelle sue stesse condizioni. Ma “c’è bisogno di un’opportunità”, ha detto. Infine, le parole di Samba sono state le più incisive: “Sono grato all’Italia perché le sue flotte mi hanno salvato da morte certa. Ora voglio impegnarmi per voi”. Che l’appello venga accolto. E che i buoni esempi possano superare di gran lunga i problemi che pur esistono.

In chiusura l’annuncio: il coordinamento (composto da Arci Immigrazione, Arci Gay, Associazione Arcivescovo De Filippo, Pastorale carceraria diocesana, Emergency, Terra onlus, I Care, Origami, Comitato antifascista e antirazzista Isernia, Rowni, Isernia in rete, Ridiamo voce alle donne, Isernia Gospel Choir) prenderà parte al consiglio comunale di Isernia sul tema previsto per il 20 aprile e a maggio organizzerà un concerto per “rispondere alla violenza con la cultura e la musica”.

Alessandra

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