Le imprese italiane scoprono a rilento i vantaggi di Industria 4.0

I due ostacoli principali sono la mancanza di competenze in materia e il basso livello di consapevolezza nel top management


Dal primo gennaio sono diventati effettivi gli interventi previsti dal piano Industria 4.0, che dovrebbe nelle intenzioni trasformare e ammodernare il tessuto produttivo italiano. In questi primi mesi le aziende stanno rispondendo in maniera interessata, ma una ricerca di PricewaterhouseCoopers segnala che bisogna intervenire su due aspetti che rischiano di mettere a rischio l’impianto e lo sviluppo sperato.

Due ostacoli da evitare

I due ostacoli principali sono la mancanza di competenze in materia e il basso livello di consapevolezza nel top management: a segnalarli sono le stesse imprese italiane che hanno risposto ai sondaggi di PwC, evidenziando per l’appunto alcuni fattori inibitori che rischiano di ostacolare la digitalizzazione dei processi operativi. Per il 23% degli intervistati, il problema è la mancanza di cultura digitale e formazione, mentre il 21% indica l’assenza di una chiara visione digitale e leadership del top management; seguono poi questioni più ‘finanziarie’, come la difficoltà di effettuare investimenti adeguati in tali direzione e l’incertezza del ritorno sugli investimenti, con in ultimo la mancanza di talenti digitali.

Previsioni e realtà

In generale, la survey condotta dalla società di consulenza su oltre 400 aziende italiane consente di comprendere l’importanza che viene riconosciuta all’industria 4.0, ma pone l’accento anche sulla maturità di questi progetti e sull’approccio che le stesse imprese stanno attuando in concreto. E così, si scopre che una netta maggioranza delle società coinvolte dichiara di essere interessata ai benefici del piano di inventivi fiscali della Legge di Bilancio 2017 sul tema Industry 4.0 (il 56%), ma allo stesso tempo di non avere ancora tutte le competenze necessarie a valutare correttamente come muoversi e come effettuare i primi step; un 40% però si è già strutturato e mosso in tale direzione, e solo un residuale (e minimo) 4% ha indicato uno scarso interesse.

La digitalizzazione dei processi

A livello mondiale, si calcola che le aziende investano ogni anno oltre 900 miliardi di dollari per sviluppare le potenzialità dell’industria 4.0; l’attenzione sta aumentando anche in Italia, grazie anche a una ‘sponsorizzazione’ verso la digitalizzazione delle operazioni e l’utilizzo sempre più spinto delle informazioni, sia nell’area del processo produttivo che nello sviluppo del prodotto e del mercato. Non meno importante è la possibilità di impiegare piattaforme che semplificano le operazioni, come i software gestionali Danea, leader italiana per questi sistemi.

Aumentano gli investimenti in Italia

I numeri confermano l’importanza degli investimenti in soluzioni digitali: quasi quattro aziende su dieci in Italia prevedono di investire sino al 3% del proprio fatturato nei prossimi 5 anni in progetti di questo tipo, mentre anche superiore è il totale di imprese che potrebbero allocare anche risorse maggiori (per esempio, il 7% investirà almeno il 10%, un tasso in netta crescita rispetto a quanto investito negli ultimi due anni dalle stesse società).

Le imprese intravedono i benefici

I benefici del piano sembrano essere dunque molto chiari: oltre alla generale necessità di intercettare i cambiamenti in corso a livello globale per evitare di restare indietro e tagliati fuori, per il 45% delle imprese grazie a Industria 4.0 e alla digitalizzazione sarà possibile ridurre costi aziendali e aumentare l’efficienza; per il 26% dei partecipanti al sondaggio sarà possibile accelerare nell’introduzione di maggiori tecnologie e delle collegate competenze, per il 9% invece il punto di forza sarà lo sviluppo di nuovi prodotti digitali e infine per il 20% l’accesso alle agevolazioni fiscali oggi disponibili.

Anna Capuano