Migranti a Isernia, Di Clemente: “No allo Sprar, un’occasione persa

Per il coordinatore regionale del Pcl un’accoglienza qualificata, gestita dal Comune, avrebbe comportato integrazione, aumento dell’occupazione e riqualificazione di strutture pubbliche

ISERNIA. La città di Isernia, con la mancata adesione al progetto per la gestione pubblica del flusso migratorio, ha perso un’occasione. L’occasione per integrare e per trasformare in risorsa un fenomeno ormai ineluttabile. Di questo si dice certo il coordinatore regionale del Partito Comunista dei Lavoratori, Tiziano Di Clemente, il quale, attraverso una nota, espone i vantaggi che sarebbero derivati dall’adesione al Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati – cosiddetto Sprar – da parte del Comune di Isernia. E non risparmia commenti al vetriolo per i consiglieri che hanno sottoscritto l’atto di indirizzo al sindaco per il rifiuto del progetto. “Tutte le persone assennate di Isernia – afferma Di Clemente – sanno che il flusso dei migranti si incrementerà, per cause complesse che vanno oltre la nostra volontà locale, e che dureranno sinché non sarà rovesciato questo sistema di miserie e di guerre, che qui come nel terzo mondo, affama tutti,  bianchi e neri. Mentre si espande in tutta Italia il numero dei comuni che, preso atto della situazione ineluttabile, più intelligentemente, hanno colto l’occasione dello Sprar, Isernia rischia di perdere un’occasione per migliorare, sia il sistema di accoglienza sia l’occupazione locale. Al Comune  – prosegue Di Clemente – vengono assegnati i fondi europei, per cui si tratta di costruire un serio progetto di inserimento sociale, nei limiti plausibili con la struttura, che a sua volta genera un incremento dell’occupazione locale nel settore, per tanti bravissimi lavoratori e operatori presenti nella nostra realtà; peraltro vi è anche la possibilità di inserire nel progetto il miglioramento di strutture esistenti valorizzando il patrimonio comunale“.  Ed ecco l’amaro attacco agli amministratori locali. “Ma i 27 consiglieri isernini, tanto per cambiare, non ci hanno capito nulla, – incalza il coordinatore del Pcl – invocavano lo scenario apocalittico ‘dell’invasione’ e addossavano ai profughi appena giunti la causa della droga, della mala salute e persino della crisi della Gam e addirittura della Pop 84. Con lo Sprar – rimarca Di Clemente – si può creare un presupposto per cui il rapporto tra comunità locale e profughi vedrebbe un notevole miglioramento, insieme all’incremento dell’occupazione locale, del patrimonio comunale, dei servizi collettivi. Vedrebbe l’attuazione di un’accoglienza qualificata e allontanerebbe paure e xenofobia”. Di qui l’amara conclusione. Con la decisione del consiglio comunale “a Isernia con l’accoglienza che rimarrà allo stato brado, cioè con l’attuale mala gestio per lo più improvvisata e privatizzata, aggiungendo anche il danno del mancato incremento dell’occupazione locale e del patrimonio comunale. Bel risultato!”.