Assicurazioni auto non pagate, ‘maglia nera’ per Provvidenti e Vastogirardi

I due comuni presentano il tasso d’evasione più alto in Molise. Diverse le cause del fenomeno diffuso in tutta Italia. I dati pubblicati da ‘IlSole24Ore’

CAMPOBASSO. Una piaga esistente da anni e radicata in modo particolare nel Sud Italia: l’abitudine a non pagare l’assicurazione auto. Un’evasione che avrebbe picchi in alcuni centri della Campania, dove risulterebbe scoperto addirittura un autoveicolo su due. Si tratta di dati diffusi da ‘IlSole24Ore’, attraverso una mappa provinciale, realizzata analizzando gli ‘open data’ del Ministero dei Trasporti, concentrandosi sui veicoli registrati alla Motorizzazione per il trasporto persone. Ebbene, la conclusione cui si giunge, osservando l’andamento in tutta Italia, è che circa il 12% delle auto non è coperto da polizza. Un dato assolutamente non trascurabile, che potrebbe essere riconducibile a diversi fattori. Al problema dell’illegalità, sempre presente sul territorio in varie forme, vanno ad aggiungersi oggi la recrudescenza della crisi e la tariffazione, non proprio ‘gentile’. Il fenomeno non lascia fuori il Molise, che vede assegnare ‘la palma dell’evasione’ ai piccoli centri. Per la provincia di Campobasso, primo in classifica con la maggior percentuale di veicoli non assicurati (27,06%) è Provvidenti, seguito a ruota da Monacilioni (25,91%), Gildone (25,73%) e Guardialfiera (24,14%). Per la provincia di Isernia, sul negativo podio finiscono Vastogirardi (28,91%), Macchia d’Isernia (23,96%) e Poggio Sannita (22,93%). Tuttavia, trattandosi perlopiù di piccoli comuni, i risultati potrebbero essere attribuibili al fatto che in tali realtà una gran fetta della popolazione è anziana: molte auto non vengono più utilizzate o magari sono usate esclusivamente su stradine di campagna. Inoltre, per quanto riguarda i paesi montani, in taluni casi, nel periodo invernale i veicoli restano parcheggiati in garage. ‘Giustificazioni’ a parte, un tasso di evasione esiste. E, a quanto pare, le norme più restrittive adottate a livello centrale, unitamente al maggiore monitoraggio, ancora non hanno portato i risultati sperati.