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Giornalisti, la denuncia dell’Assostampa: “In cinque mesi persi 59 posti di lavoro”

Tra professionisti e tecnici che sono andati, o stanno per andare, in disoccupazione e cassa integrazione e lavoratori che non hanno la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Il presidente Di Pietro ha chiesto alla politica molisana di fare presto, approvando una nuova legge sull’editoria e sbloccando i fondi per la comunicazione istituzionale previsti dai bandi europei


CAMPOBASSO. Giornalisti ed editoria, l’Assostampa Molise denuncia i termini di una crisi devastante che ha colpito il settore. Una crisi che nell’ultimo periodo è diventata drammatica, dovuta al crollo della vendita dei giornali e della pubblicità.

Al 31 dicembre 2016 c’erano in Molise 111 contrattualizzati Inpgi – ha dichiarato il presidente dell’Asm Giuseppe Di Pietro – in cinque mesi 8 giornalisti sono andati in disoccupazione, 19 stanno per andare in cassa integrazione, 18 sono stati espulsi dal circuito produttivo, non avendo la possibilità, per tipo di contratto o non avendo maturato i mesi necessari, di accedere agli ammortizzatori sociali. Si tratta di 45 giornalisti, a cui si aggiungono 14 tra tecnici e amministrativi. In totale 59 persone, il 50% della forza lavoro. Non c’è che dire, una vera e propria emergenza sociale”.

Numeri eloquenti, forniti in una conferenza stampa convocata dal direttivo dell’Asm davanti alla sede della Giunta regionale. Un luogo simbolo, il palazzo del Governo, quello dove si prendono i provvedimenti e si risolvono le crisi, scelto per denunciare ‘l’immobilismo’ della politica molisana e il silenzio del governatore Paolo di Laura Frattura.

“Nel 2015 – ha spiegato Di Pietro – è stata approvata la Legge sull’editoria, che stanziava per il settore dell’informazione 3 milioni di euro, 1 milione di euro l’anno, ma le ultime due annualità non sono state erogate. Una legge che non funziona, noi l’abbiamo detto tante volte sia al governatore Frattura che al presidente del Consiglio Cotugno. La dimostrazione è che i posti di lavoro, invece di aumentare, come doveva essere, sono addirittura diminuiti”.

Così come non ha sortito effetti, ha aggiunto Di Pietro, la mediazione del prefetto di Campobasso Maria Guia Federico, perché il tavolo di concertazione, dopo la prima riunione interlocutoria, non è stato più convocato. Nel frattempo la situazione è ulteriormente peggiorata.

Chiediamo una nuova legge che rimetta in circuito i fondi stanziati – ha annunciato intanto Di Pietro – il presidente del Consiglio Cotugno si era impegnato in prima persona a presentare una nuova proposta e lo stesso impegno hanno preso i capigruppo alla Regione. Ma tutto è rimasto lettera morta. Chiediamo inoltre a Frattura e Cotugno di sbloccare le risorse dei bandi europei, che hanno una voce dedicata proprio all’informazione e alla pubblicità istituzionale. Lo fanno tutte le Regioni, non capisco perché in Molise non si fa”.

Altro problema, ha rimarcato il presidente di Assostampa, è che anche per i lavoratori che possono accedere alla cassa integrazione, il Fis, il Fondo di integrazione salariale, viene pagato solo a distanza di sette-otto mesi dall’attivazione dello strumento.

Un lunghissimo periodo senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. “Che significa famiglie da mantenere e mutui da pagare chissà come – ha denunciato ancora Di Pietro – Fino a qualche tempo fa la Regione anticipava i pagamenti, grazie a una convenzione con Unicredit, che anticipava i fondi, mentre la Regione pagava gli interessi passivi. Abbiamo provato a sollecitare la questione ma manca ogni riferimento, non essendoci l’assessore al Lavoro. Abbiamo interessato l’assessore alle attività produttive Veneziale, che si è impegnato a fare delle verifiche. Insomma, il settore è lasciato in balia di una legislazione che manca e chi paga sono i lavoratori. E oltre a loro pagano i cittadini, che hanno diritto ad avere un’informazione libera. Un bene essenziale, come l’acqua e la sanità”.

Nei prossimi giorni, questo l’annuncio dell’Asm, l’avvio di una raccolta di firme, per una nuova legge a sostegno dell’editoria. Insieme alla richiesta di un nuovo confronto, “con una parte che latita e che è diventata controparte”.

C.S.

Carmen

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