Dopo che il Governo nazionale ha deciso di non impugnare la legge istitutiva dell’Egam. Critico anche il portavoce del M5s Antonio Federico
CAMPOBASSO. Egam, Frattura e Nagni esaltano per la decisione del Governo nazionale, che ha deciso di non impugnare la legge istitutiva dell’Ente di gestione del servizio idrico, ma il Molise non si arrende. E’ quello che ha dichiarato il consigliere regionale Michele Iorio, per il quale non sarebbe la prima volta, infatti, che il governo nazionale verrebbe poi censurato dalla Corte Costituzionale.
“Non aver eccepito dubbi sul provvedimento – ha dichiarato Iorio – non esclude i suoi difetti che lo pongono in contrasto con la legge nazionale che regolamenta l’uso dell’acqua, dove la gestione del ciclo integrato prevede un gestore unico dalla captazione e adduzione fino alla distribuzione. In Molise invece si prevedono due gestioni: una in capo ai Comuni e una in capo alla Regione. Quest’ultima, peraltro, stando all’attuale normativa statutaria, prevede la possibilità di una gestione privata”.
“In ogni caso – ha aggiunto Iorio – il problema della gestione unica rigorosamente pubblica sarà uno dei primi impegni del nostro programma elettorale, attraverso una nuova legge che regolamenti in questo verso la materia”.
Critico anche il portavoce del M5s in Consiglio regionale Antonio Federico. “Il governatore Frattura – ha affermato il consigliere – esprime soddisfazione per il fatto che il Governo non ha impugnato la legge istitutiva di Egam: e ci mancherebbe pure che fosse impugnata. Parliamo infatti di una legge arrivata con oltre due anni di ritardo – ha rimarcato ancora – dopo l’annullamento di un primo provvedimento da parte del Tar e dopo una seduta fiume di Consiglio regionale, durata un mese a causa di continui aggiornamenti per via di una maggioranza non sempre maggioranza”.
“Il governatore – ha concluso Federico – avrebbe potuto far ricorso alla stessa astuzia utilizzata per blindare con legge la privatizzazione della sanità molisana anche nel caso della gestione pubblica del bene acqua. Sarebbe bastato approvare la nostra proposta, che prevedeva già da subito la costituzione per legge di un soggetto pubblico a cui i Comuni avrebbero potuto affidare la gestione del servizio idrico integrato. Ma evidentemente la volontà era un’altra.”
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