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Isernia, senza Sprar raddoppiano gli ingressi: in arrivo 492 migranti

Il prefetto Guida replica duramente all’assessore Kniahynicki e al consigliere Mancini sul tema dell’accoglienza. E ammonisce: “Se il Comune non può gestire il progetto, non può proporsi come controllore dei centri”


ISERNIA. Accusato di ingerenza nei confronti dell’amministrazione comunale pentra sulla gestione dell’accoglienza, il prefetto di Isernia Fernando Guida, attraverso una nota, replica puntualmente alle critiche mosse al suo indirizzo dall’assessore Eugenio Kniahynicki e dal consigliere Giovancarmine Mancini. E ufficializza, inoltre, la quota di ingressi prevista per la città nel 2017: si tratta di 492 unità. Numeri raddoppiati rispetto al 2016, conseguenza della mancata adesione al progetto Sprar.

Ma andiamo per gradi.

LA CONVENZIONE TRA COMUNE E PREFETTURA PER L’IMPIEGO DEI MIGRANTI. All’indomani della petizione di alcuni residenti nel quartiere San Lazzaro che chiedevano interventi di decoro urbano, il Prefetto aveva rilanciato l’opportunità di impiegare i migranti in attività socialmente utili, come la cura del verde pubblico, “a costo zero”. Per l’assessore Kniahynicki si sarebbe trattato di “un’ingerenza”. Ma Guida non ci sta e chiarisce la sua posizione. “E’ bene precisare – afferma il Prefetto – che  non si tratta di una ‘proposta’ ma di una legge (l’art.22-bis del d.lgs.142 del 2015), la quale prevede che ‘i Prefetti promuovono, d’intesa con i Comuni, ogni iniziativa utile all’implementazione dell’impiego di richiedenti protezione internazionale, su base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali, anche attraverso la stipula di appositi protocolli di intesa’. In attuazione di questa norma la Prefettura e alcuni Comuni della provincia hanno sottoscritto a settembre il protocollo in questione”. Un’opportunità segnalata a Isernia – si apprende dalla nota dell’ufficiale di Governo – proprio per affrontare le problematiche esposte dai cittadini del quartiere San Lazzaro e maturata anche “alla luce delle difficoltà finanziarie rappresentate in quella sede dal Comune”. Ecco perché sarebbe stato altresì evidenziato che trattasi di un servizio “a costo zero”, per il quale anzi gli Enti possono anche beneficiare di appositi contributi europei. Di qui l’affondo. “Non si tratta quindi di ingerenza – incalza il Prefetto – ma di una iniziativa a cui non esistono motivi razionali per dire di no. Appare chiaramente contraddittorio da un lato lamentarsi della condizione di passività in cui versano alcuni richiedenti asilo e dall’altra opporsi ad iniziative come questa che terrebbero proficuamente occupati i migranti, per giunta con benefici economici per il Comune e, quindi, per i cittadini di Isernia”.

LA QUESTIONE DEI CONTROLLI. Il Prefetto ne ha anche per il consigliere Giovancarmine Mancini contrario allo Sprar e candidatosi quale ‘controllore’ dei Centri d’accoglienza temporanei. “I controlli sui centri di accoglienza temporanei sono svolti per legge dalle Prefetture e non dai Comuni – dichiara caustico Fernando Guida – che selezionano già a monte i relativi gestori a mezzo di apposita gara e che successivamente acquisiscono dai Comuni e dalle altre amministrazioni pubbliche competenti le certificazioni necessarie. Per quanto riguarda, invece, la corrispondenza dei servizi erogati dai gestori a quelli cui sono tenuti in base alle convenzioni stipulate con la Prefettura, quest’ultima dispone periodicamente appositi controlli”. Sul punto il Prefetto espone alcuni dati: “L’attività condotta nei primi sei mesi dell’anno ha portato all’irrogazione di ben 43 penalità dell’importo del 5% del costo del servizio e a 5 risoluzioni per inadempimento delle relative convenzioni”. L’ultima è quella relativa all’ormai famigerato Cat di via Giovanni XXIII, i cui ospiti – si scopre – sono stati trasferiti proprio ieri in altra struttura. Poi la dura replica. “Se il consigliere Mancini ritiene che il Comune di Isernia non sia in grado di gestire un progetto Sprar, non si comprende come possa proporsi come ‘controllore’ di centri di accoglienza che non spetta a lui gestire. Questa possibilità di divenire protagonista dell’accoglienza aderendo alla rete Sprar non è stata colta dal Comune, che quindi non ha ora alcun titolo ad ingerirsi in compiti che non gli spettano”.

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Alessandra

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