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I bambini della ‘Enrico D’Ovidio’ trasferiti in via Gorizia. A via Roma la pinacoteca comunale

L’annuncio del sindaco di Campobasso Antonio Battista, nella seduta monotematica del Consiglio comunale in cui è stato fatto il punto sulla sicurezza sismica e statica delle scuole della città, a poco più di due settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico. Che partirà, ha assicurato il primo cittadino, senza doppi turni


CAMPOBASSO. I bambini della scuola elementare ‘Enrico D’Ovidio’ di via Roma saranno trasferiti in via Gorizia, forse il 12 settembre, giorno di inizio del nuovo anno scolastico, forse qualche giorno dopo. Al massimo una settimana. Nella ‘Casa della scuola’, edificio storico di Campobasso, dovrebbe invece trovare posto la nuova pinacoteca comunale.

L’annuncio, a sorpresa, è arrivato dal sindaco di Campobasso Antonio Battista, nella seduta monotematica dell’assise civica, richiesta da otto consiglieri di opposizione, a partire dal capogruppo di Democrazia popolare Francesco Pilone. In aula una delegazione dei genitori degli alunni delle scuole oggi chiuse.

Un’indiscrezione, quella relativa a via Roma, che circolava già da tempo, oggi ufficializzata insieme a tutte le novità riguardanti il tema dell’edilizia e della sicurezza scolastica. La ‘Montini’ regolarmente aperta, pur con la possibilità di nuovi lavori di miglioramento o adeguamento sismico, al di là di quelli già in corso. Gli studenti della ‘Don Milani’ ancora ospitati nelle aule messe a disposizione dall’Unimol, dal liceo artistico Manzù e dalla media ‘Petrone’ e i bimbi di Mascione di nuovo in via Scarano. Senza doppi turni, “almeno ad oggi posso dire che è così”, come ha dichiarato il sindaco.

La scelta di trasferire gli scolaretti della D’Ovidio di via Roma in via Gorizia è arrivata ancor prima che l’Unimol consegnasse al Comune lo studio di fattibilità, sulla sicurezza sismica e statica dell’istituto. Nel quale l’amministrazione di Palazzo San Giorgio intende allestire la pinacoteca comunale di cui si parla da tempo. Una scelta di campo, dunque, prima che una decisione dovuta a eventuali preoccupazioni sulle condizioni dell’edificio. Che saranno eventualmente confermate dalla relazione dei tecnici dell’ateneo molisano, ancora attesa.

La ‘Montini’ di via Scarano invece riaprirà. Tanto più che interessata da un intervento di messa in sicurezza per 360mila euro, che si aggiunge ai lavori del costo di 140mila euro eseguiti anni fa, all’indomani del terremoto. “Ma sarebbe il caso che l’Unimol ripetesse lo studio di fattibilità – ha detto in aula il dirigente dei lavori pubblici Giovanna Iannelli, chiamata a relazionare sullo stato dell’arte – visto che alla data del 21 febbraio 2017, quando è stato eseguito il sopralluogo, i lavori non erano ancora in corso”. Un passaggio questo stigmatizzato da Simone Cretella (M5s), per il quale “al Comune è stata consegnata una relazione oggi vecchia e superata”.“La ‘Montini’ non deve chiudere – la voce fuori dal coro dell’esponente della Coalizione civica Alberto Tramontano – sulle questioni di questa importanza non si possono fare speculazioni politiche, ma di certo non comprendo il silenzio della maggioranza”.

E dalla ‘Montini’ alla ‘Don Milani’ di via Leopardi. L’ala che ospitava l’asilo ‘Collodi’ sarà adeguata e messa in sicurezza, visto che non ci sono grossi problemi di tenuta sismica e statica, come certificato dalla relazione dell’Unimol, che ha invece suggerito di abbattere il corpo che ospitava la scuola elementare. I lavori dureranno 90 giorni, a partire dalla firma del contratto, che non è ancora avvenuta, come ha confermato l’architetto Iannelli.

Per l’istituto di Mascione è stata scartata invece l’ipotesi dell’utilizzo di uno stabile messo a disposizione da un privato, “i solai non sono a norma, almeno per ospitare una scuola”, ha affermato Battista. Che ha ribadito la volontà dell’amministrazione di costruire nuovi plessi e poli scolastici, a Vazzieri, contrada Mascione, via Crispi e quartiere Cep, nella zona della collina di San Giovanello. Con i fondi, 11 milioni di euro, contenuti nell’Accordo di programma che il Comune ha firmato con la Regione. Finanziamenti destinati alla costruzione della galleria, che non si farà più, a cui si aggiungeranno risorse derivanti dalla dismissione di immobili del patrimonio comunale.

L’ipotesi dei prefabbricati, suggerita dai genitori, esclusa “per le voci di costo che comporta e perché vogliamo preservare la scuola nei quartieri”, la precisazione del primo cittadino. Che ha anche ipotizzato, “lo stiamo valutando”, lo spostamento di cinque classi della scuola primaria di via Gramsci nella Casa dello studente.

“Vogliamo un cronoprogramma preciso”, ha però attaccato Pilone, per il quale “a tre anni dall’inizio del mandato si continua ancora con la politica degli annunci”. Tra gli interventi anche quello dell’ex sindaco Gino Di Bartolomeo, il primo a chiudere una scuola, quella di via Kennedy, “dove i vetrini sistemati per verificare se l’edificio era sicuro saltavano di continuo”.“Allora sono stato attaccato per la mia decisione di mettere la sicurezza delle scuole al primo punto”, ha ricordato Di Bartolomeo. “La nostra – ha voluto però ribadire Battista – è la prima amministrazione che ha avuto il coraggio di mettere sotto esame tutte le scuole”.

Esame che per via Leopardi, è stato negativo: meglio abbattere. Per le altre situazioni si aspetta la consegna degli studi di vulnerabilità dell’Unimol. Che è in ritardo. Mentre gli studenti di Campobasso si preparano già al primo squillo della campanella. Il 12 settembre, ancora da capire se per tutti.

Carmen Sepede

Carmen

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