Duro attacco del senatore molisano sulla scelta di inserire al primo punto dell’ordine del giorno la proposta di riordino del sistema di voto. Dall’allarme criminalità organizzata, alla sanità, al tema dei migranti, per il parlamentare sono altre le emergenze del momento
CAMPOBASSO. Nella relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento il Molise viene identificato come il crocevia della criminalità organizzata. Ma per il Consiglio regionale la priorità è un’altra, visto che al primo punto dell’ordine del giorno della seduta del 4 settembre, la prima dopo la pausa estiva, è stata inserita la nuova legge elettorale.
E’ quello che evidenzia il senatore molisano della Federazione della Libertà Ulisse Di Giacomo. “Il sistema sanitario regionale – afferma il parlamentare – è ormai distrutto e in Molise non sono garantiti i Livelli essenziali di assistenza. La regione brucia da due mesi, con gravi rischi per la popolazione e gravissimi danni per l’ambiente, dimostrando (come dicono anche i sindaci) che il sistema di Protezione civile regionale è ormai saltato. Il Molise è invaso da migliaia di migranti, tanto da essere la prima regione in Italia per numero di richiedenti asilo (ben 4 volte la media nazionale) ed è in attesa che il villaggio di legno di San Giuliano di Puglia apra le porte ad altri mille migranti, trasformando quel territorio in una polveriera pronta ad esplodere”.
“Di fronte a questo quadro drammatico – aggiunge Di Giacomo – che fa seguito anche alla distruzione del tessuto economico regionale per l’opera di devastazione dell’imprenditoria pubblica e privata portata avanti dal governo regionale, cosa fa Frattura? Fa inserire al primo punto dell’odg la legge elettorale, individuando in essa la priorità del Molise. Un atteggiamento irresponsabile, vergognoso, ingiustificabile di fronte alle vere emergenze di questa regione. Una ulteriore sfida alla pazienza dei molisani e alle loro difficoltà di tutti i giorni. Una scelta che i molisani si ricorderanno bene quando saranno chiamati alle urne, con o senza riforma elettorale”.
