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Le mani della mafia sul Molise, Ruta: “Subito l’intervento del ministro dell’Interno Minniti”

E’ quello che si chiede nelle interrogazioni urgenti alla Camera e al Senato, che la delegazione parlamentare al completo presenterà per salvaguardare la regione dal tentativo di infiltrazione delle associazioni criminali. Appello a tutte le istituzioni e al mondo della scuola, a fare fronte comune contro un ‘cancro’ che rischia di minare la libertà e la democrazia del territorio


CAMPOBASSO. Oggi non sono più solo segnali. La mafia in Molise c’è e ha già messo le sue prime radici. Da estirpare subito, per salvare la libertà e le democrazia di un territorio fino a poco tempo definito ‘Isola felice’. Proprio come l’operazione contro il clan ‘ndranghetistico dei Ferrazzo. Che aveva messo le sue basi in Molise, a San Giacomo degli Schiavoni, dove il capo ‘ndrina aveva deciso di stabilire la sua base. Insediamenti che la Dia ha definito stabili, come quelli della mafia siciliana.

C’è poco da stare allegri. E allegro non si mostra certo Roberto Ruta, tanto da definire ‘amenità’ ogni altro argomento caro ai giornalisti. Di candidature e elezioni regionali meglio parlare un’altra volta, per concentrarsi sul problema sollevato con la presentazione in Parlamento della relazione della Direzione investigativa antimafia. Che ha detto chiaramente che dai segnali di una presenza delle cosche in Molise ora si è passati “all’individuazione di importanti tessere del mosaico espansionistico della ‘ndrangheta verso regioni solo in apparenza meno appetibili”.

“In Molise la mafia non spara come nelle regioni vicine – ha detto il deputato dem in una conferenza stampa a Campobasso – ma sembra interessata a controllare gli investimenti con i fondi pubblici. Non possiamo pensare a fare gli eroi dopo, ma dobbiamo agire ora, tutti insieme, alzando subito il livello di attenzione e alzando muri contro la criminalità organizzata. Dicendo tutti che la mafia è un cancro, che va combattuto e sconfitto”.

In che modo? Per Ruta con l’impegno congiunto di tutti i livelli istituzionali. “Mi sono già raccordato con Danilo Leva – ha aggiunto il senatore – e farò altrettanto con Ulisse Di Giacomo e Laura Venittelli. Presenteremo interrogazioni parlamentari urgenti alla Camera e al Senato, possibilmente identiche, con cui chiederemo al ministro dell’Interno Marco Minniti di rafforzare i presidi investigativi giudiziari e di pubblica sicurezza in Molise”.

Un altro appello è rivolto ai sindaci e ai presidenti del Consiglio di tutti e 136 comuni della regione, con l’invito ad approvare delibere e ordini del giorno, con il messaggio chiaro alle organizzazioni malavitose “il Molise non vi vuole, vi combatte”,a testimonianza dell’impegno unanime a respingere la presenza delle attività criminali e delle organizzazioni mafiose dal territorio. Con la stessa richiesta dell’intervento dello Stato. Proprio come nelle interrogazioni parlamentari.

Ruta non dimentica Regioni e Province, ma anche il mondo produttivo e della scuola, gli studenti, l’associazionismo. “Pensiamo a organizzare a fine settembre una grande manifestazione in diversi comuni della regione – ha aggiunto ancora il parlamentare – per lanciare un segnale alla mafia, per dimostrare che il Molise è unito. La primogenitura non ha senso – ha rimarcato ancora, spiegando anche la sua decisione di attendere alcuni giorni prima di convocare la conferenza stampa – ma la faccia dobbiamo mettercela tutti. Perché la nostra qualità della vita, pur con tutti i problemi che abbiamo, rischia di peggiorare e non poco”.

“A pochi chilometri dal Molise la mafia spara e uccide. Dobbiamo essere uniti, per salvare un bene prezioso che le passate generazioni ci hanno lasciato in eredità e che noi dobbiamo lasciare in eredità alle generazioni future. Il Molise da sempre è stato sostanzialmente libero dai fenomeni mafiosi – ha concluso – questo è un bene ed un patrimonio collettivo che ci appartiene e che dobbiamo energicamente saper difendere, in tutti i modi possibili e leciti”.

Carmen Sepede

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