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“Paga o non lo rivedi”: sgominata la banda che teneva in ‘ostaggio’ i trattori

Quattro le misure cautelari, per estorsione e furto aggravato in concorso, emesse dal Tribunale di Larino e eseguite dai carabinieri. Il metodo del ‘cavallo di ritorno’, con cui si chiedevano riscatti fino a 8mila euro per restituire i mezzi agricoli, al centro dell’operazione ‘Distractor’


LARINO. Rubavano i trattori e chiedevano il ‘riscatto’. In un caso erano arrivati a pretendere il ‘pizzo’ da un imprenditore agricolo: un euro per ogni balla di fieno realizzata. Sono stati incastrati dai carabinieri del comando provinciale di Campobasso, in collaborazione con i militari delle compagnie di Larino e San Severo, che questa mattina all’alba hanno eseguito l’operazione ‘Distractor’.

Quattro le misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Larino, su richiesta della Procura, a carico di quattro uomini, tutti italiani, tre residenti nella provincia di Campobasso e uno nella provincia di Foggia. Accusati di estorsione e tentata estorsione in concorso in relazione a furti di mezzi agricoli con il metodo del cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ e furto aggravato in concorso di bestiame. In carcere è finito un uomo di San Martino in Pensilis, ai domiciliari uno di Santa Croce di Magliano. Obbligo di dimora per due persone, di Montorio nei Frentani e Apricena, in Puglia.

L’indagine, coordinata dal procuratore capo Ludovico Vaccaro e dal sostituto procuratore Luca Venturi, è nata dopo la segnalazione di una serie di furti nelle aziende agricole nella provincia di Campobasso: trattori rubati nelle campagne di San Martino in Pensilis, Ururi, Larino, Rotello, Guglionesi e Palata.

Furti messi a segno da un gruppo di persone della zona, che operavano insieme ad alcune persone della provincia di Foggia. Si rubava il trattore o altri mezzi agricoli e poi si chiedeva il ‘riscatto’, con vere e proprie richieste estorsive. Un modus operandi “inquietante e pericoloso“, come ha chiarito il procuratore Vaccaro nella conferenza stampa che ha tenuto oggi insieme ai vertici dei carabinieri di Campobasso e Larino.

La chiara testimonianza del tentativo di infiltrazione in Molise della mala di fuori regione,“in un territorio ancora sano” e dove sono stati introdotti fenomeni, come l’estorsione, “molto diffusa nella zona dell’Alto Tavoliere”, come ha rimarcato ancora il procuratore. Consistenti le somme che venivano richieste per restituire le macchine sottratte, da 3mila e 500 euro a 8mila euro per ridare indietro trattori, frese e caterpillar, a seconda della marca e del valore.

Sono stati individuati a carico degli indagati gravi indizi di colpevolezza in ordine a 11 episodi di estorsione e tentata estorsione e un episodio di imposizione del ‘pizzo’, un euro per ogni balla di fieno realizzata, a un imprenditore agricolo al quale era sato chiesto se voleva “continuare ad operare tranquillamente” nella zona del Basso Molise.

Nell’inchiesta anche il furto di bestiame utilizzato dall’associazione “Carro dei giovanissimi” di San Martino in Pensilis per correre la ‘Carrese’.

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