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Legge sull’editoria, il Tar riammette Telemolise. Il Corecom valuta l’appello al Consiglio di Stato

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso redatto dagli avvocati Pino Ruta e Massimo Romano e stabilito che all’emittente spettavano i contributi relativi al 2015


CAMPOBASSO. Legge sull’editoria, al gruppo ‘Radiotelemolise srl’ spettavano i contributi relativi al 2015. Lo ha deciso il Tar Molise, accogliendo un ricorso presentato dagli avvocati Pino Ruta e Massimo Romano.

La decisione dei giudici amministrativi ribalta la decisione del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni Molise, che aveva escluso l’emittente dal riparto dei fondi, motivando la sua decisione nel divieto di cumulo dei contributi nazionali e regionali.

Soddisfatti i legali Ruta e Romano, che si preparano a chiedere a Regione e Corem di mettere in esecuzione la sentenza. E soddisfatto si è detto l’editore Quintino Pallante, “per una sentenza che restituisce quello che era dovuto e che avevamo sempre sostenuto. Abbiamo sofferto molto perché privati di risorse importantissime”.

Sulla decisione del Tar è arrivato anche il commento del presidente del Corecom Andrea Latessa. “Una sentenza – ha dichiarato all’Ansa – che verrà sicuramente rispettata dall’amministrazione, seppur non perfettamente condivisa. Il Tar Molise – ha precisato – ha ritenuto che al contributo ricevuto da Telemolise, di cui alla legge 448/98, fosse stato dato un titolo diverso rispetto a quello che viene definito con la legge regionale sull’editoria. Il Corecom aveva fatto una valutazione differente, ritenendo che lo stesso titolo andasse inteso come qualsiasi contributo dato per favorire l’editoria, altrimenti si sarebbero create disparità di trattamento tra soggetti beneficiari. In questo caso il Tar ha invece ritenuto che quel contributo fosse stato assegnato per gli impianti (televisivi), mentre in realtà la legge per l’editoria va semplicemente a favorire il pluralismo dell’informazione”.

“Ovviamente – ha concluso Latessa – l’amministrazione si riserva di proporre appello anche perché la decisione del Corecom si fonda su un parere dell’Avvocatura dello Stato che avallava la nostra tesi. Ci riserviamo di ricorrere al Consiglio di Stato”.

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