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Isernia, Venittelli ‘bacchetta’ il sindaco: “Il suo operato non è esente da valutazioni”

Non si è fatta attendere la replica della deputata Dem alle parole del primo cittadino d’Apollonio: “La vera ‘corbelleria giuridica’ è nella delibera dell’amministrazione priva del parere dei revisori”


ISERNIA. “Gli attacchi scomposti da parte di un rappresentante delle Istituzioni nei confronti di un parlamentare della Repubblica qualificano chi li compie”. Ne è convinta la deputata Dem Laura Venittelli che replica così alle parole del sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio in merito alla ‘querelle’ in atto da giorni, nata a seguito della bocciatura, da parte dell’area renziana del Pd, alla gestione politico-amministrativa dell’ente di Palazzo San Francesco.

Al di là dei contenuti, per la parlamentare sono i toni usati ad essere, quanto meno, poco opportuni. La Venittelli non scende sul piano dello scontro, ma ne fa una questione di interesse istituzionale legittimo, che non può essere vissuto come un’intromissione. “Si resta costernati – afferma entrando poi nel merito – di fronte a un primo cittadino che ritiene il suo operato esonerato da ogni valutazione da parte di un componente eletto del potere legislativo, scambiandola per una ‘intromissione’. E’ però comprensibile la frustrazione e l’imbarazzo di chi, a seguito di una oggettiva e preoccupata presa di posizione, è stato costretto ad ammettere i gravi vizi procedurali compiuti nello svolgimento del suo mandato”.

Ad avviso della Venittelli, dunque, “Il sindaco non può certo censurare legittime valutazioni politiche. Del resto la vera ‘corbelleria giuridica’ di questa vicenda risulta essere la presenza nella delibera di variazione del Piano Triennale delle opere pubbliche del Comune di Isernia di una presa visione del parere dei Revisori dei Conti che in realtà non è mai stata rilasciata, come riconosciuto successivamente dalla stessa amministrazione pentra”.

Questa ‘semplice dimenticanza’ per il sindaco è cosa di poco conto che può essere sanata ex post, trascurando però che le ‘regole’ non si dimenticano ma si applicano. Questo resta invece un fatto grave, evidentemente illegittimo, che potrebbe prefigurare anche profili giuridici le cui conseguenze saranno eventualmente valutate dagli organi competenti”.

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