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Isernia, sport in ginocchio. Matticoli, “Noi all’oscuro, la colpa non è nostra”

L’assessore comunale commenta la cessazione delle attività dell’Isernia calcio a 5 con conseguente rinuncia alla serie A2. “Non sapevamo nulla, notizia appresa dalla stampa”. E precisa: l’ente non ha capacità di indebitamento, non può contrarre mutui. E per la certificazione di prevenzione incendi servono circa 400mila euro


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Un giorno di lutto per lo sport isernino, quello vissuto all’indomani della rinuncia al Campionato nazionale di A2 da parte dell’Asd Isernia calcio a 5, che ha cessato improvvisamente tutte le attività dopo 14 anni. Enorme l’amarezza in città, nei tifosi e non solo, per un territorio che perde anche un’occasione di aggregazione e di divertimento, oltre che un modo per farsi conoscere in tutt’Italia attraverso i valori dello sport.

Immancabilmente, è partita la caccia al colpevole. Chi è il responsabile dello sfacelo? Sui social, ormai sfogatoio indistinto per chiunque, il dito è stato puntato principalmente contro le istituzioni. Sulla graticola, in particolare, il Comune di Isernia, accusato da più parti di inerzia totale di fronte a un accadimento che ha riempito il cuore di tristezza in tutto il mondo dello sport, finanche con eco nazionale vista la posta in gioco: un campionato nazionale in A2, la seconda massima serie nel futsal.

Sul punto, non è mancato un commento da parte dell’assessore comunale allo Sport, Antonella Matticoli, che non ci sta a far passare l’ente da lei amministrato come ‘capro espiatorio’. “Sono profondamente addolorata – ha detto – come amministratrice, cittadina e amante dello sport. Ma vorrei che si sapesse che noi, come ente, fino a ieri sera, quando la notizia è stata ufficializzata con una nota stampa, eravamo completamente all’oscuro. Nessuno ci ha avvertito prima, nessuno ci ha chiesto aiuto per tempo. Non dico che avremmo trovato la soluzione. Ma se mi avessero coinvolta mi sarei attivata immediatamente per scongiurare il peggio, convocando al più presto un tavolo tecnico con le parti: prefettura, questura, imprenditori, Regione Molise, in particolare l’Assessorato allo Sport. Mi spiace tantissimo, ma sinceramente la tempistica per questa traumatica decisione mi lascia da pensare. Abbiamo saputo solo pochi giorni fa, dal questore, del numero di posti contingentati al palazzetto dello sport, con la riduzione a 200 in base alle nuove disposizioni ministeriali in materia di manifestazioni pubbliche. Ieri, appena due giorni dopo, la società Isernia calcio a 5 si è arresa. Ma non è colpa nostra se sono venuti meno gli sponsor. Noi non abbiamo responsabilità”.

L’assessore sottolinea come l’amministrazione “tenesse tanto a questa cosa, essendo per noi lo sport di importanza cruciale. E lo abbiamo dimostrato – ha rimarcato – facendoci carico del possibile nel palasport, come la ritinteggiatura, la manutenzione della porta d’ingresso e degli spogliatoi e alcune riparazioni, ancora da completare, al tetto. Parliamo di circa 15mila euro già spesi e altrettanti impegnati. Ma la situazione del bilancio comunale è nota a tutti, oltre non possiamo andare. Siamo impossibilitati anche ad accedere a mutui o finanziamenti, come quelli del Credito sportivo, in mancanza della capacità di indebitamento. Abbiamo il parere negativo dei revisori dei conti, al riguardo. E dunque la volontà politica viene superata dalle limitazioni amministrative”.

Ma allora le accuse di non aver trovato i fondi per l’impianto di via Giovanni XXIII, privo della certificazione di prevenzione incendi? Il palasport, infatti, necessita dell’abbattimento delle barriere architettoniche, con porte, vie di fuga e maniglioni antipanico da realizzare praticamente ex novo; di un impianto anti incendio, idrico, di scarico e di riscaldamento, oltre che di vetrate, tutti a norma di legge; infine, di ulteriori riparazioni al tetto che impediscano le infiltrazioni di acqua piovana.

Parliamo di 400mila euro di lavori – ha spiegato Matticoli – Ma il Comune, sempre per le pesanti eredità del passato con cui nostro malgrado dobbiamo fare i conti, non ha la forza economica per sostenere questo impegno. Non a caso abbiamo partecipato al bando regionale per l’impiantistica sportiva. La graduatoria dovrebbe uscire a breve e, se come credo rientreremo, potremo appaltare i lavori che ci consentiranno di avere la certificazione mancante, ma solo a partire da giugno prossimo”. In mancanza, per la stagione sportiva in corso, la limitazione dei posti è un provvedimento da adottare giocoforza, per evitare la chiusura dell’impianto.

Infine, una battuta caustica verso chi ricorda che, già l’anno scorso, alcune società sportive si erano offerte di effettuare a proprie spese parte delle opere nel palazzetto, che sarebbero state successivamente oggetto di compensazione. “Sono le stesse che non hanno praticamente mai pagato i debiti verso il Comune – ha concluso con dispiacere – e dunque dovrebbero sapere che per l’ente vige il principio di esclusione di obbligarsi con chi è inadempiente”.

 

 

Pasquale

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