Isernia, perseguita e pesta la compagna: stalker in carcere

La polizia ha arrestato un 41enne che aveva trasformato in un inferno la vita della vittima. Un paio di settimane fa, dopo l’ennesima aggressione, l’uomo ha minacciato di farla finita lanciandosi dal ponte Cardarelli

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ISERNIA. Un incubo lungo otto mesi. E’ quello vissuto da una 40enne di Isernia, vittima di un amore malato. A salvarla da un inferno fatto di molestie, minacce e continue aggressioni fisiche e psicologiche è stata la polizia, che ha arrestato il suo compagno. Il 41enne da ieri è rinchiuso nel carcere di Ponte San Leonardo e ora dovrà difendersi dalle accuse di atti persecutori e lesioni gravi.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal questore Ruggiero Borzacchiello insieme ai funzionari della polizia che hanno lavorato al caso, scongiurando il peggio. Fondamentale il coraggio della vittima che, superando paura e vergogna, ha trovato la forza di denunciare, consentendo agli investigatori di mettere fine alle violenze.

La storia è venuta alla luce un paio di settimane fa. L’uomo, dopo l’ennesima aggressione nei confronti della sua compagna, arrivò nei pressi del ponte Cardarelli, scavalcò il parapetto e minacciò di farla finita lanciandosi nel vuoto. Gli agenti della Polizia Stradale riuscirono, non senza difficoltà, a farlo desistere.

Solo dopo, grazie al racconto della 40enne, si è scoperto che la notte precedente, al culmine dell’ennesimo litigio, il 41enne non fermandosi neppure davanti al figlioletto di tre anni della donna, l’aveva picchiata colpendola ripetutamente con calci, pugni e testate provocandole traumi e contusioni in tutto il corpo.
Spaventata e ormai incapace di gestire da sola la situazione, la vittima ha deciso di chiedere aiuto. Lo ha fatto presentando una denuncia-querela nei confronti dell’uomo a seguito della quale personale della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura e della Squadra Mobile ha ricostruito e riscontrato, anche con alcune testimonianze, gli 8 mesi d’inferno vissuti dalla vittima.

La gravità dei fatti, documentati anche attraverso referti medici, e le reiterate minacce di morte nei confronti di tutta la famiglia della vittima hanno reso necessario un intervento immediato per consentire alla donna di uscire dal tunnel di paura e violenza che ha condizionato anche la vita dei suoi due figli, di 14 e 3 anni, avuti da relazioni precedenti. Le indagini hanno consentito di far emergere episodi di violenza fisica ma anche psicologica, tali da ingenerare nella donna uno stato di ansia che l’ha portata a modificare le sue abitudini di vita. La 40enne, infatti, da qualche tempo non andava più a lavorare ed evitava di uscire da sola anche per svolgere le faccende quotidiane.

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di ricostruire un robusto impianto accusatorio nei confronti dell’uomo, destinatario del provvedimento di ammonimento dal questore. Alla luce degli elementi raccolti, il Gip ha accolto la richiesta di misura cautelare in carcere formulata dal pubblico ministero a carico dell’indagato. 

“Ancora una volta – è stato evidenziato in conferenza stampa – si sottolinea la completa sinergia non solo tra i vari uffici di polizia, ma soprattutto grazie alla perfetta collaborazione con l’Autorità Giudiziaria nella persona del procuratore capo della Repubblica, Paolo Albano, che come ampiamente dimostrato in altre situazioni, ha permesso alla polizia di Stato di Isernia di risolvere un gravissimo fatto di cronaca che avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze”.

Deborah Di Vincenzo