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Legge elettorale, da Isernia la riscossa del doppio collegio

Partiti della provincia pentra a confronto, dal centrosinistra al centrodestra fino al Movimento 5 Stelle, per elaborare una proposta da sottoporre al governo regionale che preveda una giusta rappresentanza per il territorio


ISERNIA. Parte a Isernia la mobilitazione per scongiurare l’ipotesi del varo di una legge elettorale che preveda un collegio unico. Anzi, dal territorio arriva una controproposta ampiamente condivisa e trasversale: quella dell’istituzione di due collegi, in base alle province. A guidare la ‘riscossa’ il Pd di Isernia, o meglio il Comitato dei garanti del Partito democratico per l’area in questione, che ha chiamato a raccolta tutti i partiti e i movimenti del territorio per discutere e poi sottoscrivere una proposta ufficiale e unitaria di riforma elettorale da sottoporre al legislatore. E c’erano sostanzialmente tutti: dal centrosinistra al centrodestra, passando per Mdp e il Movimento 5 Stelle. “Il coordinamento dei garanti – ha affermato il dirigente dem Franco Capone – ha invitato gli altri partiti a discutere della legge elettorale per raggiungere un obiettivo: esprimere in un documento la necessità che venga rispettata la rappresentanza territoriale della provincia di Isernia; nel senso che riteniamo giusto che il numero dei consiglieri eletti in questo territorio coincida con il numero dei seggi assegnati alla provincia stessa”. Convinto che in proposito esitano margini di trattativa con il governo regionale, Capone sottolinea: “La mobilitazione politica parte oggi, con questa prima riunione ufficiale. Successivamente, chiederemo incontri con il presidente della Giunta regionale, il presidente del Consiglio regionale e con i capigruppo  in Consiglio affinché si attivi anche il livello istituzionale. I due mondi devono dialogare ed è difficile che il Consiglio ignori le istanze provenienti dalle periferie. Adesso – avverte – si entra nel vivo”.

L’esponente del Pd Capone, come anche il collega di partito Stefano Buono, si soffermano sull’aspetto per il quale le dimensioni del Molise sono talmente esigue da giustificare la scelta del collegio unico e precisano: “Abbiamo, innanzitutto, una realtà istituzionale che si articola su due province e sappiamo anche che dal dibattito sulla legge elettorale nazionale si è voluto legare il candidato al territorio con i collegi uninominali, quindi non c’è motivo per cui questa relazione tra il candidato e il territorio non debba valere a livello locale. E poi, in questo momento storico, in cui 18 consiglieri uscenti sono di Campobasso, appare opportuno riequilibrare la situazione altrimenti solo questi ultimi, in quanto già noti, ne uscirebbero avvantaggiati.  E, infine, – all’obiezione sulla qualità della classe dirigente replica Capone – il problema della qualità deriva da tante cose: in primis dalla formazione personale e culturale, poi dal ruolo del partiti“.

Anche Fratelli d’Italia con Eugenio Kniahynicki è “pronta a battersi per due collegi e per una rappresentatività ponderata tra Isernia e Campobasso”. L’assessore comunale alla Cultura ha aggiunto: “Siamo invece favorevoli all’abolizione del voto disgiunto, perché ogni candidato appoggia il programma elettorale dell’aspirante presidente, quindi è giusto che si corra sotto braccio. Quello che ci lascia perplessi, invece, sono i tempi: arrivare a Natale per approvare una legge elettorale è tardivo – ha incalzato Kniahynicki – perché non si può iniziare a giocare senza avere regole certe. Dunque, auspichiamo si possa arrivare ad una legge elettorale entro fine novembre, al massimo”.

Convinto di un intervento tardivo si è detto anche il consigliere grillino Mino Bottiglieri. “Questa riforma arriva tardi – ha commentato – Arriva in condizioni di precaria maggioranza, arrabattata qui e lì con voti più o meno opportuni e come al solito si tende a destabilizzare quella che è la reale democrazia”. Anche il consigliere di Forza Italia Raimondo Fabrizio ha detto la sua, spingendosi oltre la riforma elettorale: “A mio avviso – ha dichiarato – andrebbero ridistribuiti anche gli uffici regionali sul territorio, come avviene in altre realtà”. 

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Alessandra

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