Categories: CRONACA

Violenza sessuale alla badante: assoluzione piena per anziano invalido

A processo un 70enne della provincia di Isernia. Per i giudici del tribunale di Isernia “il fatto non sussiste”. Il legale difensore, Sciulli: “Restituita la dignità e la serenità a un uomo già provato dalla vita”


ISERNIA. Assolto con formula piena, perché “il fatto non sussiste”. Questo il verdetto del tribunale di Isernia, stamani, nei confronti di un anziano di circa 70 anni, accusato di violenza sessuale continuata dalla sua ex badante. Il collegio giudicante – presieduto dal dottor Vincenzo Di Giacomo, con Paola Ginesi e Giovanna Zarone a latere – ha deciso di sposare la tesi difensiva dell’avvocato Pompilio Sciulli, che aveva sempre sostenuto l’innocenza del proprio assistito vista anche la sua condizione fisica, caratterizzata da una parziale invalidità a seguito di una brutta caduta. Il legale, in particolare, in fase dibattimentale ha puntato su una serie di divergenze emerse tra le sommarie informazioni assunte ai fini delle indagini e le dichiarazioni rese in aula da buona parte dei testimoni d’accusa. Da un lato, il ritratto di un uomo conosciuto da tutti come persona mite e incapace di nuocere ad alcuno. Dall’altro, una minuziosa descrizione di angherie a sfondo sessuale a ripetizione, ad opera di colui che a dispetto dell’età, non si sarebbe affatto rassegnato alla pace dei sensi, al punto da rendere la permanenza della badante al suo servizio come un autentico calvario.

Secondo l’accusa, rappresentata in giudizio dal pubblico ministero Marco Gaeta, il pensionato – residente in un comune dell’Isernino confinante con la provincia dell’Aquila – si sarebbe subito invaghito della badante, una donna africana di mezza età, dando luogo, fin dal principio, a corteggiamenti invadenti e insistiti, corredati da espressioni allusive e volgari. Poi un crescendo di proposte esplicite, irripetibili, sfociate in palpeggiamenti e nella presunta, consumata violenza. L’uomo si sarebbe fatto forte della posizione preminente di datore di lavoro per costringere la donna al suo servizio a concedergli favori sessuali a piacimento. Sotto la minaccia di cacciarla via e lasciarla senza lavoro e senza soldi. Ma la donna, alla fine, sarebbe crollata denunciando l’accaduto ai carabinieri, per poi far perdere le sue tracce.

Ieri, a distanza di qualche anno dai fatti, il tribunale ha assolto l’imputato, con grande soddisfazione dell’avvocato Sciulli. “Sono felice per il mio cliente – ha dichiarato – che potrà ora recuperare la serenità di sempre, minata da gravissime accuse alla sua onorabilità che si sono rivelate totalmente infondate. Quando accadono fatti del genere in piccole comunità come le nostre si grida subito alla scandalo, ma alla fine la verità è venuta a galla e la giustizia ha fatto il suo corso, trionfando. La sentenza di oggi, di cui attendiamo le motivazioni tra 90 giorni, restituisce finalmente la dignità a un uomo già provato da gravi problemi fisici, che si era rivolto alla donna unicamente in quanto bisognoso di assistenza”.

 

 

Pasquale

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