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Isernia: lodo Spinosa, in aula la transazione anti crac

Giovedì in Consiglio comunale la decisione finale per evitare la soccombenza in Cassazione, il prossimo 23 novembre, con eventuale condanna a pagare circa 5 milioni nei confronti dell’impresa di costruzioni. Chiusura possibile a 3 milioni di euro


ISERNIA. Manovra di salvataggio delle casse municipali in dirittura d’arrivo, al Comune di Isernia. Giovedì prossimo, 9 novembre, il Consiglio comunale si riunirà per decidere se approvare o meno la transazione con la Spinosa Costruzioni Generali spa per una causa civile riguardante i lavori dell’acquedotto municipale, iniziata negli anni Novanta. Si tratta del famigerato ‘lodo Spinosa’, che vede il Comune pentro condannato a pagare oltre 5 milioni di euro nei confronti dell’impresa.

Un tentativo in extremis di scongiurare il default per Palazzo San Francesco, visto che la Corte di la Cassazione deciderà in via definitiva, sulla questione, il prossimo 23 novembre. Tempi strettissimi, dunque, per chiudere una partita estremamente delicata, che ha visto la ditta Spinosa fare il primo passo, a fine settembre, presentando nelle mani del sindaco Giacomo d’Apollonio una proposta transattiva che ammontava a 3.8 milioni di euro, della quale il primo cittadino e la struttura tecnica hanno discusso attentamente. Per poi inviare all’impresa una controproposta per circa 3 milioni, che accontenterebbe entrambe le parti. Se l’assise civica, prudenzialmente, voterà a favore, si metterà al riparo dalla soccombenza nella causa, dopo che l’ente è già stato condannato in primo e secondo grado a pagare.

Va detto che il Municipio conta su un accantonamento di oltre 320mila euro che sta andando avanti da tre anni. Una sorta di un fondo rischi, aveva spiegato nei mesi scorsi d’Apollonio, che il Comune ha previsto molto saggiamente e che è stabilito anche dalla legge, precisamente dalle nuove norme di contabilità. Tale fondo è stato implementato nel corso degli anni e adesso c’è una certa somma a disposizione per coprire eventuali rischi che l’amministrazione dovesse correre. Chiaramente, il Comune punta anche a dilazionare il pagamento, non potendo permettersi di sborsare, tutta insieme, una somma così ingente. Parola all’assise, dunque, che salvo imprevisti dovrebbe finalmente chiudere una partita durata circa due decenni (per leggere tutte le tappe della questione, clicca qui).

L’ordine del giorno della seduta consiliare, inoltre, prevede una variazione di bilancio; la rettifica della procedura relativa alla delibera di variazione del Piano Triennale delle opere pubbliche, dopo la rilevata assenza del parere dei revisori dei conti; la presa d’atto della fuoriuscita della consigliera Francesca Bruno – eletta nella lista di Fratelli d’Italia, ma in quota CasaPound – dalla maggioranza e, infine, gli adempimenti di revisione delle partecipazioni societarie.

 

 

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