HomeSenza categoriaIsernia, ‘processo’ a Knihaynicki in Consiglio comunale: chieste le dimissioni dell'assessore

Isernia, ‘processo’ a Knihaynicki in Consiglio comunale: chieste le dimissioni dell’assessore

Dichiarazioni, a detta dell’esponente di opposizione, “offensive e senza senso”, che dimostrerebbero il fastidio dell’assessore “verso organismi che, secondo la sua cultura politica, andrebbero aboliti perché inutili”. Di qui la richiesta al primo cittadino di chiedere scusa e revocare Kniahynicki, accompagnata da una provocazione sul tema delle indennità. “L’assessore percepisce oltre 1.000 euro lordi al mese – ha concluso Testa – Visto che mancano circa 43 mesi al termine della consiliatura, questa revoca consentirebbe un risparmio per le casse comunali di quasi 50mila  euro di soldi pubblici pagati dai contribuenti, magari destinabili al sociale, a fronte del venir meno di un  lavoro che non ha prodotto nulla per la città di Isernia”.

roberto di pasquale 2Altrettanto caustico Di Pasquale, anche verso d’Apollonio: “Esprimersi nei termini usati dall’assessore non si addice minimamente a un uomo che riveste un ruolo pubblico. Di cattivo gusto è stata anche la replica – così il consigliere di Progetto per Isernia – perché, pur sottolineando di non voler in alcun modo offendere le donne, l’assessore non ha perso l’occasione di attaccare i suoi detrattori, dimostrando di non essere in grado di fare ammenda dei propri errori. Mai e poi mai. Autocritica, questa sconosciuta. Un social non può e non deve diventare il passatempo preferito di quella che ambisce ad essere, e in questo caso lo è di fatto, la classe dirigente del nostro Comune, evidentemente troppo lontana dal confronto reale con gli isernini e capace solo di sfoggiare battute da caserma e altre stupidaggini, invece di badare agli interessi dei propri concittadini. La critica maggiore per questo va al sindaco che, pur esortato, non ha mai preso posizione e soprattutto provvedimenti. Un assessore rappresenta un’amministrazione e avallare certi atteggiamenti vuol dire a questo punto condividerli. Anche perché nessuno ha le mani legate in questa situazione; di certo non il sindaco, che così come nomina un membro della giunta, ha anche la facoltà di rimuoverlo in autonomia. Dunque, sindaco, se c’è batta un colpo. Prenda una posizione chiara, per una volta. Rompa il silenzio. Dia la pagella a quest’assessore. E, se il voto è negativo, lo mandi a casa”.

La replica all’assessore non si è fatta attendere. “La mia risposta sul gettone era diretta solo a un consigliere (Francesca Bruno, ndr) e, provocatoriamente, facevo cenno a una calendarizzazione serrata. Ritengo le commissioni siano uno strumento molto valido, se convocate quando ci sono le necessità. Alcune lavorano in maniera più spedita, altre più lentamente perché trattano argomenti che saranno materia dall’esecutivo, non del Consiglio. Mi dispiaccio se sono stato mal interpretato dagli altri consiglieri. Altre commissioni (rispetto alla IV, ndr) calendarizzano argomenti in essere perché ce ne sono”. Sul caso Weinstein, invece, c’è stata un’ammenda pubblica di Kniahynicki: “Avrei dovuto evitare di fare del sarcasmo su un argomento così delicato, ma non credo che, visto che ci sono professionisti validi di ogni campo che stanno tuttora discutendo sull’argomento, si possa già parlare di stupri. Sarà la giurisprudenza a deciderlo. I problemi della città, comunque, sono altri”.

 

 

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