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Comune di Isernia, la consigliera Bruno invoca le dimissioni del presidente della IV commissione

L’esponente di CasaPound denuncia la mancata convocazione delle sedute. Replica l’assessore Kniahynicki: “Rinuncino al gettone di presenza”


ISERNIA. La consigliera comunale pentra di CasaPound, Francesca Bruno, passata ormai all’opposizione, denuncia la mancata convocazione della IV commissione consiliare e invoca le dimissioni della presidente Rossella Pitisci.

“Tre settimane fa è stata convocata, dopo 3 mesi, e soprattutto dopo le mie recriminazioni, una seduta della quarta commissione consiliare – afferma Bruno in una nota stampa – Dopo quella riunione, nella quale non si è discusso di nulla se non del fatto che i lavori della stessa fossero arenati, sono passate altre tre settimane senza che la commissione lavorasse. Questo stato di cose è indecente e non può essere più tollerato. A questo punto chiedo, così come proposto anche da altri colleghi consiglieri della stessa commissione, che il Presidente si dimetta e che vengano votate nuovamente le cariche. Una commissione così importante (Affari generali e personale ndr) – conclude l’esponente di CasaPound – non può assolutamente versare in queste condizioni, dal momento che le conseguenze del suo stallo continuerebbero a pagarle i cittadini isernini”.

A stretto giro arriva, attraverso Facebook, la replica dell’assessore Eugenio Kniahynicki, collega di partito della presidente Pitisci. Questi, con un post provocatorio, evidenzia come la convocazione delle commissioni rappresenti un onere per le casse comunali. “Le commissioni consiliari consultive permanenti – scrive il membro dell’esecutivo d’Apollonio – sono, come facilmente (sic!) intuibile dal nome, commissioni di consulto da convocare solo per esprime un parere su argomenti da trattare successivamente in consiglio. Qualcuno le vorrebbe convocate giornalmente, anche senza che ce ne sia un reale motivo, presumibilmente per attingere al gettone di presenza a cui hanno diritto i commissari. 30 euro a convocazione. 150 a settimana. 600 al mese. 7200 l’anno. Da moltiplicare per gli 8 consiglieri fa 57600 euro. Di soldi pubblici pagati dai contribuenti. Praticamente uno stipendio per un ‘lavoro’ da un paio di ore a seduta! Ma vi racconteranno che lo fanno per i cittadini. Allora – conclude Kniahynicki – perché non rinunciano a quel gettone?”. 

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