Categories: CULTURA & SPETTACOLI

Si inaugura a Isernia la collettiva d’arte ‘(S)Confini’

La mostra verrà allestita nei locali dello Spazio Cent8anta e resterà aperta fino al 6 gennaio. L’inaugurazione è fissata per venerdì 8 dicembre


ISERNIA. Si intitola ‘(S)Confini’ la mostra che verrà allestita dall’8 dicembre e fino al 6 gennaio a Isernia. L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale Le Cose, insieme allo Spazio Arte Petrecca. Al pubblico che visiterà l’esposizione nei locali dello Spazio Cent8anta’ verrà proposta un’importante collettiva di arte contemporanea di tre artisti della provincia di Isernia, già presentata a Campobasso nello spazio espositivo l’Aratro dell’Università degli studi del Molise e curata da Lorenzo Canova e Piernicola Maria di Iorio e Tommaso Evangelista.

Durante la mostra saranno esposte opere di Michele Peri, Valentino Robbio e Antonio Tramontano, tre personalità conosciute e affermate nel panorama dell’arte regionale e nazionale. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Isernia.  Nei giorni della mostra, saranno organizzati incontri sull’arte contemporanea. Il vernissage è previsto l’8 dicembre, alle ore 18:30, con un breve saluto da parte degli artisti e degli organizzatori. L’ingresso è gratuito.

“La collettiva – scrive il critico d’arte Tommaso Evangelista – si vuol porre in linea di continuità con due storiche mostre organizzate nel capoluogo molisano negli anni Ottanta, curate da Massimo Bignardi: ‘Il perimetro del vento’ e ‘I margini del segno’, entrambe incentrate sull’idea di una rappresentazione espansa e sulla decostruzione dello spazio. Di tali esperienze, legata fortemente al contesto molisano il quale usciva, una prima volta, fuori dai suoi confini con una proposta criticamente strutturata, rimane in collettiva, quale legame e memoria, il lavoro di Peri il quale si arricchisce delle ricerche cromatiche di Tramontano e delle tensioni vitali di Robbio. È il tentativo del territorio di ripensare all’idea di gruppo e di ricerca condivisa, ad una proposta coerente capace di dialogare fuori dai limiti regionali, è la poesia del luogo che si fa canto accorato nel raccontarci attraverso spazi e segni liminari un’idea di rifugio e di eco, con suono insistente come quello della cicala”.

Deborah

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