È scontro sul presunto slittamento della data del voto. Il governatore afferma che l’ipotesi è solo paventata per questioni procedurali, ma l’onorevole di Mdp smentisce tale versione e fa pressing per l’election day. Dello stesso avviso il senatore Di Giacomo
CAMPOBASSO. L’individuazione della data delle elezioni regionali in Molise diventa un ‘casus belli’. Ai parlamentari molisani Roberto Ruta (Pd) e Danilo Leva (Mdp – Liberi e Uguali), che hanno interessato della questione del possibile slittamento dell’appuntamento con le urne al 22 aprile anche il premier Gentiloni, il ministro Minniti e il presidente della Repubblica Mattarella, paventando un aggravio di costi per 2 milioni di euro, il governatore del Molise replica con tono pungente e nega la presunta volontà di voler ‘boicottare’ l’election day per ragioni “tattiche” anziché tecniche.
“Cari Roberto e Danilo, – scrive il presidente Paolo Di Laura Frattura in una nota – l’indiscrezione che tanto vi allarma è stata riportata come una possibilità dagli organi di stampa locali che hanno approfondito i vari aspetti tecnici legati alla prima applicazione della legge elettorale di cui il Molise finalmente si è dotato. Ho spiegato i termini della questione durante la conferenza stampa di fine anno. La legge elettorale – spiega il governatore – va prima di tutto valutata dal Governo e poi informatizzata dal Ministero dell’interno. Stiamo verificando con il Viminale la possibilità di indire le nostre elezioni in coincidenza con il voto nazionale del 4 marzo; salvo questioni procedurali e tecniche relative alla prima applicazione della nuova norma. Questo ho detto e questo ribadisco. Mi dispiace che abbiate dovuto disturbare il presidente della Repubblica Mattarella, il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro dell’Interno Minniti – conclude non senza sarcasmo – per un chiarimento che avrei potuto fornirvi con una semplice telefonata, magari in occasione dello scambio degli auguri per il nuovo anno”.
Ma la risposta non basta. E l’onorevole Leva contrattacca in maniera piccata, smentendo – dalla sua – la versione fornita dal presidente Frattura. “Ma davvero pensa che noi si crede ancora a Babbo Natale? – incalza il deputato – La legge elettorale regionale è stata approvata da oltre un mese ed è pienamente vigente. Secondo Frattura il Viminale davvero potrebbe segnalare problemi di natura tecnica? Il decreto di indizione delle elezioni lo firma il presidente della giunta regionale. Ora credo sia giusto – insiste Leva – non bruciare risorse inutilmente ed andare al voto lo stesso giorno delle elezioni politiche senza, così, cincischiare, pensando, magari, che dopo le elezioni un governo istituzionale Forza Italia -PD possa riavvicinare Patriciello allo stesso Frattura. Ho compiuto la maggiore età da qualche anno. Non credo più alle favole e ritengo doveroso che sulle regole non ci siano furbizie e si giochi a carte scoperte perché le stesse appartengono a tutti e non ad una sola persona. Non credo sia serio scaricare sui cittadini contribuenti – conclude – il conto dei propri calcoli politici. Frattura nella sua smentita ha, semplicemente, confermato che avevamo ragione. Convochi le elezioni e la smetta con i teatrini”.
Dello stesso tenore anche le dichiarazioni del senatore Ulisse Di Giacomo, che giudica l’ipotesi slittamento di voto “fuori da qualsiasi logica e buonsenso”.
“Tutto ciò – afferma in una nota – perché il presidente uscente Frattura ha il fondato sospetto di essere spazzato via con tutto il Pd. Le forze politiche, responsabilmente, si oppongano a questo disegno scellerato e chiedano al Ministro dell’Interno Minniti di accorpare il voto di tutte le regioni alle politiche, in un election day che non obblighi i cittadini a recarsi alle urne tre volte in sei mesi e che al contempo faccia risparmiare centinaia di milioni di euro agli italiani”.