Categories: CRONACA

Un corpo ‘spezzato’ e “l’autopsia psicologica della vittima”

Il caso del ritrovamento nei campi del veronese del cadavere di una donna fatto a pezzi   


di Rosa Francesca Capozza*

Un corpo fatto a pezzi, violato e spezzato nell’anima e nel fisico, gettato nei campi del veronese. È la notizia di pochi giorni fa’ che apre la cronaca nera del nuovo anno nella modalità più agghiacciante. Apparteneva ad una donna marocchina 46enne, in Italia da 20 anni, separata da tempo dal marito e impiegata in lavori saltuari da badante e addetta alle pulizie.

Il modus operandi del killer ci parla di una freddezza calcolatrice e spietata, caratterizzata da una completa anaffettività e totale distacco affettivo-emotivo nei confronti della vittima e del fatto reato: la capacità, senza indugi e senza remore, di segare un corpo in dieci pezzi e disseminarli in un campo in cui sapeva essere presenti cinghiali che avrebbero potuto far sparire ogni traccia. Sulla scena del crimine erano presenti solo i pezzi, senza tracce di consumazione del delitto che quindi è avvenuto altrove, considerando l’utilizzo di una sega a motore. I monconi sezionati sono stati trasportati successivamente ed abbandonati nel campo prescelto, spargendoli imbustati a semicerchio in un raggio di 5 metri.

La brutalità dell’accaduto rimanda statisticamente ad un rapporto di conoscenza tra la vittima e l’autore di reato, intimo, cosiddetto “passionale”, considerato sia l’accanimento aggressivo sul corpo, sia che il corpo indossasse solo slip e calzini. Inoltre la testa ed il volto son rimasti integri, quasi come unica forma di “rispetto” o “Choc emotivo”.

Anche la pista di un rituale gruppale è ancora aperta, considerata la messinscena a semicerchio dei pezzi del corpo.

Il corpo è stato identificato grazie alla rilevazione delle impronte digitali in esame autoptico. Il primo passo, che consentirà agli inquirenti di vagliare piste ed ipotesi, sarà la cosiddetta “autopsia psicologica della vittima” ovvero la ricostruzione della vita della donna ovvero frequentazioni affettive ed amicali, interessi, abitudini, conoscenze, stile di vita unitamente all’ascolto di coloro che la conoscevano e che possono descriverne personalità e vita. Dalla rilevazione di questi dati sarà possibile ripercorrere anche i pensieri, i timori, le aspettative e i desideri della vittima conducendo gli inquirenti dal suo/suoi carnefici.

*Criminologa Psicologa Psicoterapeuta

Alessandra

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