Il Tribunale amministrativo ha annullato il titolo edilizio, che consentiva alla società proprietaria della struttura di abbattere lo storico cinema di Campobasso, per costruire un mega palazzo alto nove piani
CAMPOBASSO. Cinema Ariston, colpo di scena. Il Tar Molise ha infatti detto no alla mega colata di cemento al centro della città.
E’ quello che prevede la sentenza n.3/2018 pubblicata ieri, 5 gennaio, in cui il Tribunale amministrativo regionale, condividendo le obiezioni sollevate dal Comune di Campobasso, dagli avvocati Matteo Iacovelli e Leandra Fiacco e dai legali del Codacons Pino Ruta, Massimo Romano e Carlo Rienzi ha confermato l’illegittimità del titolo edilizio che permetteva alla società (proprietaria dell’immobile già adibito a cinema, difesa dall’avvocato Salvatore Di Pardo), di trasformare la struttura in un mega condominio alto nove piani al centro della città. Pronunciamento che arriva dopo il verdetto del Consiglio di Stato dei giorni scorsi, che lasciava intendere un imminente abbattimento dell’edificio.
“Sarebbe stata un scelta in spregio alle più elementari norme urbanistiche ed edilizie – hanno commentato Ruta e Romano – sottraendo peraltro la struttura alla fruizione collettiva e accentuando in modo insostenibile il carico urbanistico già gravante sull’area e sulle piccole strade che circondano il fabbricato. Sarebbe stato un duro colpo all’assetto della pianificazione del centro cittadino, fortunatamente scongiurato dall’intervento del Comune e del Codacons”.
L’operazione immobiliare era stata resa possibile, tra l’altro, anche dall’inserimento di una norma nella legge regionale sul ‘Piano casa’, poi dichiarata incostituzionale, che permetteva la realizzazione di edifici anche in deroga alle regole costruttive stabilite a livello nazionale. Norma in base alla quale, hanno aggiunto i legali del Codacons, sarebbe stato possibile costruire, in una strada centrale, larga solo tre metri, un edificio alto nove piani a pochi metri di distanza dagli altri fabbricati adiacenti, con buona pace dei cittadini (soprattutto residenti) e delle esigenze di viabilità e traffico (veicolare e anche pedonale).
Codacons che va giù pesante parlando poi di “necessità di regolamentare l’attività delle lobbies rispetto alla politica”. Per Pino Ruta e Massimo Romano non è dunque certo scontata la demolizione dell’Ariston per la realizzazione di un palazzone. “Sembra invece che la situazione sia alquanto diversa – hanno precisato – e che l’annullamento del titolo edilizio, ritenuto legittimo dal Tar a tutela di interessi pubblici e collettivi, ponga uno stop all’operazione, evitando l’ennesima e invasiva colata di cemento al centro della città”. Dove il Comune aveva pensato di realizzare la Casa della cultura. Di cui si torna a parlare.