Dopo la decisione del Consiglio nazionale di dichiarare decaduto il presidente Canè, questi non avrebbe lasciato le sue funzioni e i colleghi si sono rivolti al Ministero che precisa: il provvedimento è esecutivo
ISERNIA. È ancora bufera al Consiglio dell’ordine degli Ingegneri di Isernia, in seguito alla decisione del Consiglio nazionale di dichiarare decaduto dalle sue funzioni di vertice dell’Ordine pentro l’Ingegner Giovanni Paolo Canè, ritenuto ineleggibile per aver “superato il limite dei tre mandati consecutivi” e per essere stato componente di seggio nonostante fosse candidato e per di più presidente uscente. Un pronunciamento determinato da un esposto a firma dei professionisti Alessandro Di Cristinzi, Armando Milano, Paolo Vacca e Giancarlo Porfilio e depositato il primo dicembre scorso.
Tuttavia, la vicenda non si sarebbe affatto conclusa. L’ingegner Canè ha deciso di presentare ricorso per Cassazione e, nelle more della sentenza, ha inteso non lasciare la guida dell’Ordine, facendo valere una sorta di sospensiva.
Posizione, questa, non condivisa da altri colleghi che hanno così inoltrato ben due note al Consiglio nazionale degli Ingegneri presso il Ministero della Giustizia per ottenere il rispetto della decisione assunta il 25 ottobre e – come detto – depositata lo scorso dicembre.
L’organo ha precisato che “l’eventuale ricorso al provvedimento in Cassazione non ne sospende l’esecutività”, dunque l’ingegner Canè è da considerarsi decaduto a tutti gli effetti.
Inoltre, ha evidenziato che “il perdurare di una situazione di illegittimità del Consiglio” potrebbe avere “ricadute negative in termini di immagine della categoria”. E ha segnalato che “sarà inevitabile reagire ad ulteriori ritardi con provvedimenti adeguati ed immediati”. Toccherà dunque attendere le prossime, eventuali mosse dell’ingegner Canè per capire l’epilogo della vicenda.
