La proposta di accorpare il voto con le Politiche bocciata dal Consiglio regionale, con una maggioranza di 11 a 10. Slitta a sabato l’approvazione del Bilancio e l’esame dell’emendamento del governatore alla nuova legge elettorale, che porta la soglia di sbarramento per le coalizioni dal 10 all’8%. Proteste in aula e fuori da Palazzo D’Aimmo, con l’ex presidente Iorio che parla di “congiura di palazzo”


CAMPOBASSO. Regionali, praticamente certo lo slittamento del voto ad aprile. Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza, con 11 voti a 10, la mozione presentata dal consigliere ed ex governatore Michele Iorio, che avrebbe di fatto impegnato la Regione a indicare la data delle elezioni per il 4 marzo, in concomitanza con le Politiche.

Un voto, il primo della giornata, arrivato dopo una serie di aggiornamenti della seduta, che doveva iniziare alle 10, ma che è cominciata soltanto alle 12.30. Quindi la richiesta di Iorio di invertire l’ordine del giorno, per discutere della data del voto prima di iniziare quella che si prevedeva come una lunga ‘maratona’  sul Bilancio e dei 17 emendamenti presentati. 

Una maratona che non c’è stata,  visto che alle 21 è stato deciso l’aggiornamento della seduta a sabato 20 gennaio alle 9.30. In un primo momento si era parlato di rinvio dei lavori a giovedì 18, poi escluso per precedenti impegni istituzionali di presidente e consiglieri. Rinviato a sabato anche l’esame dell’emendamento del governatore Paolo di Laura Frattura alla nuova legge elettorale, che porta la soglia di sbarramento per le coalizioni dal 10 all’8%, accogliendo la richiesta di Palazzo Chigi.

Già in mattinata la decisione di rinviare il dibattito, respingendo la proposta di Iorio, era stata accolta con un coro di protesta dalla Rappresentanza unitaria delle vertenze, che prima ha tenuto un sit-in davanti alla sede del Consiglio, poi si è spostata tra i banchi del pubblico di Palazzo D’Aimmo per assistere ai lavori dell’assemblea.

“Uno spreco di soldi inconcepibile in un momento delicato come questo, con vertenze aperte e promesse non mantenute dalla Giunta regionale”, così il portavoce della Rappresentanza unitaria, Emilio Izzo, ha definito l’ipotesi del rinvio delle Regionali ad aprile. Che costerà ai cittadini quasi tre milioni di euro in più, come ha evidenziato in aula il capogruppo di Mdp Francesco Totaro.

E’ competenza del governatore indire i comizi elettorali, fissando quindi la data del voto. Il 18 gennaio, 45 giorni prima del 4 marzo, è l’ultimo giorno utile per accorpare le Regionali alle Politiche nell’Election day. “Ma dobbiamo sentire cosa dice il ministero dell’Interno”, ha detto il presidente Paolo di Laura Frattura al suo ingresso in aula. Un consulto che è questo punto è solo una formalità, visto che l’emendamento sarà votato fuori tempo massimo.

Duro il giudizio di Michele Iorio, che parla di “congiura di palazzo”. “Avevo chiesto che il Consiglio regionale – ha chiarito l’ex governatore – si esprimesse sull’opportunità di votare il 4 marzo anche per le Regionali, con o senza le modifiche alla legge elettorale. I soliti 11 hanno votato contro, compreso il presidente del Consiglio. L’obiettivo di questa maggioranza è quello di garantirsi un futuro isolando il Molise dal contesto politico nazionale: vista la diaspora nel Pd e la confusione di una parte del centrodestra, è molto meglio sperare ‘nell’aiutino’ di qualcuno, una volta definita la situazione nazionale. Una cosa è certa: prevale l’interesse personale su quello dei molisani. Con buona pace di chi – ha concluso – a questa maggioranza aveva affidato il proprio destino fatto di promesse ed impegni mai soddisfatti”.

Molto critico anche il giudizio del M5s “Oggi la maggioranza ha detto ‘ciaone’ all’election day – ha commentato Antonio Federico – perché oltre alla presunta impossibilità tecnica c’è la volontà politica di non votare il 4 marzo. Vogliono aspettare le politiche per vedere che succede per ricostruire le alleanze”.

C.S.