Centro d’accoglienza chiuso a Ripabottoni, Leva auspica un ripensamento e scrive a Minniti

Il deputato molisano di Liberi e Uguali interviene sulla vicenda finita alla ribalta delle cronache nazionali, interessando il Governo: “Di fronte ad esempi positivi di accoglienza, le istituzioni hanno il dovere di incentivare le buone pratiche”

ROMA/RIPABOTTONI. La protesta dei cittadini di Ripabottoni per scongiurare la chiusura di un centro d’accoglienza in paese ha guadagnato la ribalta nazionale, diventando emblema di integrazione possibile. Nonostante, l’avvenuto trasferimento dei 32 giovani stranieri del Centro Xenia in altri comuni del Molise, l’eco di tale dimostrazione non si è spenta. Anzi. L’onorevole Danilo Leva, auspicando un passo indietro sulla vicenda, ha inteso scrivere al Ministro Minniti, per chiederne l’intervento.  

“Ho ritenuto doveroso informare il ministro sulla situazione che si è venuta a creare nel comune di Ripabottoni a seguito della chiusura del CAS Xenia – ha dichiarato Leva –  È una vicenda che ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica locale e nazionale, perché una bella storia di integrazione è stata bruscamente interrotta dall’iniziativa del Sindaco di Ripabottoni, che, appellandosi alla clausola di salvaguardia come Comune aderente allo Sprar,  ha chiesto e ottenuto dalla Prefettura di Campobasso la dismissione del Centro, nonostante una petizione popolare, sottoscritta da 150 cittadini (su 400 abitanti), con la quale si chiedeva di non chiudere il CAS. Ritengo che sia auspicabile un ripensamento – ha concluso – ed è per questo che ho chiesto l’intervento del Ministro in quanto, di fronte ad esempi positivi di accoglienza, le istituzioni hanno il dovere di incentivare le buone pratiche, non di reprimerle applicando in maniera eccessivamente rigorosa delle disposizioni normative che trovano fondamento in altri e più problematici contesti”.