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Frattura in campo alle Politiche, ma lui: “Preferisco continuare da governatore”

Così il presidente della Regione ha risposto alla proposta avanzata dai dem isernini, che hanno chiesto l’impegno dei vertici del partito per mettere in piedi la squadra più competitiva possibile, da contrapporre all’avanzata del M5s e del centrodestra


CAMPOBASSO. Elezioni Politiche, la Federazione del Pd di Isernia chiede a Paolo di Laura Frattura di candidarsi. Ma il governatore glissa sull’invito e rilancia la sua ricandidatura alla guida delle Regione Molise.

“Ovviamente ringrazio il Pd per la proposta che mi è stata fatta”, a domanda diretta se accetta o meno di presentarsi alle Politiche Frattura non risponde. Ma poi puntualizza la sua posizione. “Ho dato la disponibilità al partito a ricandidarmi per la guida della Regione – ha dichiarato Frattura – il mio obiettivo è quello di proseguire l’esperienza alla guida del governo regionale”.

Parole pronunciate all’indomani della diffusione del documento ufficiale della Federazione dem isernina, che ha chiesto a Frattura, ma anche al segretario regionale Micaela Fanelli e agli assessori di Palazzo Vitale di candidarsi. Di scendere in campo in prima persona, per mettere in piedi la squadra del Pd più competitiva possibile, in Molise come nel resto d’Italia, per arginare l’avanzata del Movimento Cinque stelle e del centrodestra. Ricalcando, in sostanza, l’appello lanciato dal leader del Pd Matteo Renzi, che ha chiesto l’impegno di tutti i ‘pezzi da novanta’ del Partito democratico. Anche in Molise.

Il chiarimento del presidente Frattura arriva a tre giorni appena dal termine della presentazione delle liste, che potranno essere consegnate domenica 28 e lunedì 29 gennaio, dalle 8 alle 20. Presso la cancelleria della Corte d’Appello di Campobasso, sede dell’Ufficio elettorale regionale.

Con la scadenza che incombe tutti i partiti sono impegnati a completare le liste degli aspiranti deputati e senatori. Con un occhio alla soglia di sbarramento per entrare in Parlamento, che è del 3% per le liste, mentre le coalizioni per ottenere seggi devono superare il 10%, con l’obbligo di avere al proprio interno almeno un partito in grado di conquistare il 3% dei voti.

I candidati concorrono in un sistema misto: l’assegnazione di 232 seggi alla Camera e di 116 seggi al Senato è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. L’attribuzione dei restanti seggi assegnati alle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l’ordine di presentazione, nei limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Con l’ovvio vantaggio per chi è capolista. 

Carmen Sepede

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