All’indomani della prima serata del Festival una classifica non ordinata delle canzoni in gara stilata dalla nostra redazione
SANREMO. La 68esima edizione del Festival di Sanremo è ormai iniziata e abbiamo potuto finalmente mettere occhi e orecchie sulle venti canzoni dei big in gara, tra un Claudio Baglioni forse troppo ingessato per un ruolo da conduttore fuori dalle sue corde, un brioso e mai banale Pierfrancesco Favino, e l’esplosività della coppia Michelle Hunziker-Fiorello veri mattatori della serata.
Ma, come lo stesso Baglioni ha ricordato, il tema centrale di Sanremo è e deve essere la musica: fiondiamoci a bomba quindi sulle canzoni, e sulle impressioni che ci hanno lasciato al primo ascolto.
Ad aprire la kermesse la giovanissima Annalisa con Il mondo prima di te, pezzo arioso, decisamente pop, dalle tematiche smaccatamente amorose, senza infamia e senza lode. Ragazzi tra i big anche i The Kolors, il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro – protagonista del classico ‘scandalo plagio’ sanremese culminato con una sospensione in attesa di approfondimenti e subentro di Renzo Rubino – e Giovanni Caccamo. Anche qui, Frida ed Eterno sono pezzi piacevoli, ma niente di eccezionale; un livello sopra invece Non mi avete fatto niente, non fosse altro per la splendida performance della strana coppia (Meta, checché se ne pensi, è e resta un vero animale da palco).
Proseguendo nella visione e alzando la fascia d’età troviamo Ron, Max Gazzé, Mario Biondi, Noemi, Barbarossa e Nina Zilli – tutti nomi eccellenti, e in questo ci uniamo all’entusiasmo della sala stampa che ha definito altissimo il livello di quest’anno; ma, purtroppo, dobbiamo rilevare che tra questi gli unici brani davvero degni di nota sono La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, Non smettere mai di cercarmi (ancora, grazie a una Noemi in forma splendida) e Almeno pensami, poesia inedita di Lucio Dalla che Ron ha pensato brillantemente di portare sul palco dell’Ariston. Biondi e Zilli presentano dei brani musicalmente eccellenti ma fuori luogo, tempo e target per il pubblico sanremese poco abituato all’ascolto di certe sonorità ricercate.
