Quando arriva il turno di Pietracupa, il momento tanto atteso, la sala scatta in piedi, tributandogli una lunga, lunghissima standing ovation. Lui, già emozionato, si commuove subito, per davvero: gli trema la voce, ringrazia “Aldo per la travolgente passione trasmessa, e i cosiddetti ‘cespugli’, che per me non sono tali, ma sono siepi dalle radici profonde. A loro dico che saremo insieme, non per vincere, ma per dare un futuro alla nostra gente”. Insieme, dunque: questa la parola chiave. Per Pietracupa “fare squadra” è diventato un mantra: stare uniti, per impedire “lo spacchettamento della regione, mentre l’attuale classe parlamentare si è preoccupata solo di litigare col governo regionale per questioni di assessori e altre manfrine, dimenticandosi del suo compito effettivo”.
L’impegno, per lui, sarà su più fronti: dalla restituzione della dignità ai lavoratori, al rispetto dell’ambiente facendo applicare la normativa vigente. Con una garanzia: “Io non ho la bacchetta magica – conclude – ma una cosa ve la prometto. Voglio restare sempre me stesso e voglio restare insieme a voi”. Parte la musica di chiusura, è l’inno forzista ‘Azzurra Libertà’. La sala si spella le mani, lui scende e abbraccia tutti: uno per uno, sono 2mila o giù di lì. E sono lì per lui: per “Mario”, come lo chiamano tutti, che non si nega a nessuno. La sua forza è proprio quella.
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*Immagini e montaggio a cura di Pino Manocchio
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