Il presidente del tribunale di Isernia rompe il silenzio e rinuncia alla corsa da presidente della Regione: “Non ritengo che vi siano state né vi siano le condizioni per le quali io abbia potuto o possa prendere in considerazione una eventuale candidatura”
di Pasquale Bartolomeo
ISERNIA. Enzo Di Giacomo dice no. Tirato in ballo da più parti, alla fine il presidente del tribunale di Isernia ha deciso di rompere il silenzio. Declinando l’invito del centrodestra e dei movimenti civici, che lo avevano indicato come il candidato ideale per rilanciare la regione Molise, prima ancora che la coalizione.
Un invito, sia chiaro, che il magistrato non aveva e non poteva mai accettare ufficialmente, viste le delicate funzioni ricoperte. Ma che lo aveva indotto, il 30 dicembre scorso, a una presa di posizione chiara: in presenza di una coalizione unitaria – con un accordo di tutti i partiti, pronti a rinunciare alla contrapposizione in nome del bene comune per dar vita a un governo regionale di emergenza in grado di fare grandi cose per il Molise – sarebbe stato pronto al grande passo. Una disponibilità a precise condizioni, insomma: “Per esclusivo spirito di servizio – scriveva Di Giacomo circa due mesi fa – e nel superiore interesse di questa nostra terra, potrei anche compiere il grande sacrificio personale e professionale che mi viene richiesto, quello della rinuncia a tutte le mie funzioni attuali”.
Ora, però, le condizioni per quel gesto sembrano essere venute meno. E Di Giacomo, dunque, si autoesclude dalle faide politiche, da giochi e contrapposizioni che non gli appartengono. Mettendo a tacere anche le voci di presunte incompatibilità ambientali, sollevate dall’onorevole Danilo Leva, che aveva invitato il giudice a dimettersi subito, qualora fosse intenzionato a fare politica.
LA NOTA UFFICIALE. In una nota scarna, di poche parole, Di Giacomo sembra alfine chiudere i giochi: “Considerato che da più parti continuo a essere citato come ipotetico candidato alla presidenza della Regione – così testualmente – non ritengo che vi siano state né vi siano le condizioni per le quali io abbia potuto o possa prendere in considerazione una eventuale candidatura”.