Il sindacalista della Femca-Cisl commenta gli ultimi avvenimenti. Unica nota positiva la possibilità per i lavoratori di recupere stipendi arretrati e Tfr
ISERNIA. “Il fallimento nei fatti conclamato da diversi mesi della Oti, pone fine in maniera definitiva a qualsiasi tentativo di ripresa della Ittierre, semmai ci fossero state concrete possibilità”. Amaro il commento del sindacalista della Femca-Cisl Francesco Di Trocchio a seguito della decisione assunta ieri dal Tribunale di Isernia, che ha accolto l’istanza dell’azienda che tessile nata dalle ceneri dall’ex fabbrica della moda molisana.
“Resta a questo punto da verificare – ha evidenziato inoltre Di Trocchio – i riverberi che tale fallimento produrrà sul concordato preventivo della Ittierre stessa, la quale vanta ancora un debito del 30% nei confronti dei lavoratori licenziati, rispetto ai crediti che le maestranze avevano maturato, allorquando il management della Ittierre scelse la strada del concordato preventivo”.
Unica nota positiva in tutta la vicenda è la possibilità, per gli ormai ex dipendenti, di recuperare quanto dovuto. “Il fallimento della Oti – evidenzia infatti il sindacalista -, quantomeno consentirà ai lavoratori licenziati a dicembre, di avere uno scenario definito e garantito per recuperare il Tfr e le mensilità non evase, attraverso le insinuazioni allo stato passivo di dette poste, non appena si sarà insediata la curatela fallimentare. In senso assoluto c’ è tanta amarezza – ha quindi concluso – nel constatare che qualsiasi tentativo di rilancio della Ittierre abbia prodotto solo macerie sulle macerie. È la sconfitta di tutti, dove i lavoratori, le loro famiglie e l’economia del territorio pagano il dazio più salato”.
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