SPAZIO ELETTORALE/ Il candidato al Senato con Potere al Popolo illustra idee e programmi e sottolinea: “Siamo noi l’unica sinistra in campo”
TERMOLI. ‘Potere al Popolo’ è un progetto lanciato dagli attivisti del centro sociale ‘Je sà pazz- ex Opg’ di Napoli lo scorso 18 novembre a Roma. Un progetto che poi si è sviluppato in centinaia di assemblee territoriali in tutto il Paese. In Molise ha visto l’adesione di tanti attivisti sociali, movimenti civici, militanti di Rifondazione Comunista e del ‘rinato’ Partito Comunista Italiano. Tra questi Paolo Marinucci 40anni, ingegnere, consigliere di opposizione al Comune di Termoli e candidato al Senato. “Potere al Popolo è l’unica vera sinistra in campo: stiamo tornando tra la gente e la gente si è avvicinata a noi perché riconosce l’impegno di chi ogni giorno è nella trincea delle lotte sociali”. Duro il giudizio, di Marinucci su ‘Liberi e Uguali’: “Se sei stato la spalla del Pd, di Alfano e Verdini non puoi rappresentare la sinistra. Non sei credibile”. No alla Flat Tax ma sì “a una legge che dia la possibilità a tutti, in maniera equa, di pagare le tasse”.
Paolo Marinucci come nasce la sua candidatura con Potere al Popolo?
“Così come Potere al Popolo è nato dalle esperienze territoriali e di lotte sociali, la mia candidatura nasce dal basso, dall’ impegno quotidiano nelle vertenze territoriali. Il mio percorso politico è sempre stato al servizio dei beni comuni, contro i poteri forti. Quindi la candidatura nelle liste di Potere al Popolo è il naturale sbocco”.
C’era bisogno di una nuova lista alla sinistra?
“Non solo c’era bisogno ma c’è bisogno di una sinistra che torni tra la gente e nelle piazze, che si occupi dei problemi dei cittadini. La società necessita di una sinistra vera che sappia parlare ai lavoratori, tutelare l’ambiente e creare opportunità e ridare speranze per i più giovani”.
E Liberi e Uguali non incarna queste parole d’ordine?
“Se per un’intera legislatura sei la spalla del Partito democratico e del partito di Alfano piuttosto che di quello di Verdini, votando provvedimenti come la buona scuola o le trivelle offshore, e svolti a sinistra solo come mera opportunità politica non puoi e non sei credibile. C’è bisogno di altro, perciò è nato Potere al Popolo”.
Quali i temi portanti di Potere al Popolo e della sua campagna elettorale?
“Noi partiamo dai territori, dalle vertenze che ogni singolo territorio può avere. Se penso al Molise e Termoli devo dirle: la lotta contro la riqualificazione urbana del centro cittadino conosciuta meglio come la questione tunnel, ma anche al problema ambientale che è sempre troppo sottovalutato dai noi molisani. Tutto senza dimenticare il diritto all’acqua pubblica, che nonostante un referendum si continua a privatizzare, al lavoro e alla sanità pubblica. Per non dimenticare l’immigrazione e l’accoglienza. La sinistra deve tornare a parlare con la gente e uscire dal Palazzo dove è rimasta chiusa per troppi anni, Potere al Popolo ha iniziato a farlo da poco, mentre i suoi candidati sono nella trincea delle vertenze sociali ogni giorno”.
Da Macerata a Perugia, passando per Palermo. La violenza è entrata a piedi pari in questa campagna elettorale facendoci rivivere un clima da anni settanta. Lei che idea si è fatto a proposito?
“L’odio e la violenza non fanno mai bene alla democrazia, tali atti vanno sempre condannati. Partendo dal valore della Carta Costituzionale e dagli ideali antifascisti bisogna resistere alle provocazioni e rientrare in una dialettica di civile convivenza e di ragionamento politico”.