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‘Essere Gigione’, l’artista campano ieri a Isernia per la proiezione del suo film

Presentato al cinema Lumiere il documentario di Luigi Ciaravola, in arte Gigione, che racconta: “L’affetto del Molise mi è particolarmente caro, e ne sono fiero”


ISERNIA. C’è un’atmosfera particolare, quasi sacrale, nell’atrio del cinema Lumiere di Isernia. Sono le 20 di giovedì 1° marzo, e molte persone continuano ad entrare. “Ma lui è già arrivato?”, chiedono in molti. “No, tra poco, iniziate ad accomodarvi se volete”. L’attesa è per lo spettacolo imminente, ma soprattutto per l’ospite.

E finalmente lui arriva: Luigi Ciaravola, meglio conosciuto al grande pubblico come Gigione. Un artista che ha saputo aggregare, attorno alla sua musica, una fede che ha davvero del mistico: basta vedere gli occhi di Antonio, ragazzo affetto da sindrome di down, che si illuminano quando lo può nuovamente abbracciare, perché Antonio è un fan vero, lo segue dovunque. O del signore in sala venuto da Genova assieme alla madre, che invece è isernina.

Gigione arriva portando il calore e la simpatia che lo contraddistinguono, si ferma per qualche selfie nell’atrio, entra in sala. Si intrattiene con tutti i convenuti qualche attimo, per una parola, o un saluto. Non è un concerto, è un evento più intimo – lui stesso si è detto leggermente deluso, perché si aspettava più partecipazione, “ma ai molisani voglio bene lo stesso” – quindi c’è spazio e tempo per stringere mani e concedere qualche momento più speciale ai fan. Poi, inizia il film: e la scena acquisisce un interesse inaspettato.

Il regista e autore Valerio Vestoso riesce, infatti, a trasformare quella che è a tutti gli effetti una storia popolare, semplice, in un ritratto molto intenso di come si vivono certe emozioni nella zona dell’appennino centro-sud Italia. In ‘Essere Gigione’ troviamo le giocose allusioni, i canti agricoli, la ‘pastorizia’, ma anche un senso di famiglia che forse si è un po’ perso, e quel modo di professare la fede tipico della cosiddetta ‘gente semplice’ – facilmente catalogabile come kitsch, ma dove invece si scopre poter nascondere qualcosa di più e di diverso. “La storia di Gigione è schietta, casareccia. Qualcosa che manca in Italia. Grazie al pubblico e alla critica il mio documentario sta veramente spopolando. Non siamo la Medusa, non abbiamo De Laurentiis: siamo un po’ poverelli, e quelli che ci stanno davvero aiutando sono i fan, la gente”, ha dichiarato Gigione. 

I tour infiniti, le esperienze in televisione, i quadri umani ed emotivi: c’è spazio per tutto, quantomeno tutto ciò che di importante e viscerale esiste nell’opera e nella vita di Ciaravola, che come Gigione ha saputo oggettivamente lasciare un solco nella storia dello spettacolo italiano. “Sono felice perché ultimamente ho fatto anche l’ospite a Stracult, con tanti registi importanti che mi hanno definito il fenomeno del momento, c’è tanto movimento attorno a questo lavoro. Di progetti futuri ce ne sono tanti e importanti, ma non vi svelo niente: stiamo riempiendo il calendario di concerti in giro per l’Italia, c’è tanta gente che mi vuole bene veramente e di questo sono grato”.

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