A volte ritornano: Frattura e Ruta di nuovo in campo, nel centrosinistra è obiettivo ‘maglia nera’

Trattativa già saltata tra Pd e Ulivo 2.0. Dopo il no di Di Pietro, Danilo Leva annuncia che si andrà avanti con le decisioni prese dall’assemblea dei 1.300, nella quale ci fu l’investitura per l’ex senatore, mentre i Dem sembrano costretti al Frattura bis. Da pronostici, si punta a evitare l’ultimo piazzamento

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CAMPOBASSO. Dopo anni in cui sono volati gli stracci, che toccasse proprio a loro mediare e raggiungere un’intesa era come credere alla Befana, magari d’estate.

La trattativa per l’unità nel centrosinistra, demandata a Micaela Fanelli del Pd e a Danilo Leva per l’Ulivo 2.0, si è arenata dopo meno di 24 ore. Lo comunica proprio l’ex onorevole, che in una nota stringata spiega come, da parte della sua area politica, si andrà avanti come da mandato ricevuto nel corso dell’assemblea dei 1.300 di domenica 25 febbraio. Traducendo, si tirerà dritto su Roberto Ruta candidato presidente. Il no di Tonino Di Pietro, insomma, rimette in campo i leader delle due rispettive fazioni: Ruta da un lato, il governatore uscente Paolo Frattura dall’alto. Dopo che entrambi avevano fatto un passo indietro in nome dell’unità del centrosinistra, proprio sotto il segno dell’ex pm di Mani Pulite. Il quale, avendo fiutato aria di disfatta, anche a ranghi serrati, ha risposto ‘picche’, mandando all’aria qualsiasi speranza di rimonta, già improbabile.

Ora, salvo miracoli dell’ultim’ora o ripensamenti del Tonino nazionale, il Pd e l’Ulivo 2.0 correranno divisi. Provando a giocarsi il miglior piazzamento per evitare l’ultimo posto. Non vorremmo essere nei panni di chi dovrà provare a riempire le liste, di qui al 24 marzo: il fuggi fuggi è praticamente certo, visto il vento che soffia, impetuoso, in direzione Cinque Stelle.

“Dopo aver atteso invano proposte del Pd Molise – si legge nella nota di Leva, ora nelle vesti di coordinatore di Molise 2.0 – per una soluzione terza in grado di fare unità, riprenderemo con ancora maggiore determinazione il cammino stabilito dall’assemblea dei 1.300 delegati del 25 febbraio scorso. Abbiamo dimostrato la nostra buona volontà per unire il centrosinistra, manifestando la disponibilità alla candidatura di Antonio Di Pietro, maldestramente avanzata dal Pd. Oggi, senza più remore, corriamo nella determinazione che ci ha mosso sin dall’inizio di voler cambiare il destino della nostra regione – si conclude il comunicato – restituendo un punto di riferimento ad un mondo largo di centrosinistra”.

Quanto saranno larghi questi mondi, entrambi, lo stabiliranno gli elettori il prossimo 22 aprile. Ma l’impressione è che i grillini, oltre che negli elettori, abbiano il miglior alleato nel tafazzismo del centrosinistra.

Pba

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