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Isernia, abusi in parrocchia: a Le Iene la conferma di un amore malato

Parziali ammissioni del sacerdote messo sotto accusa dal giovane Giorgio Babicz emerse dal servizio di Matteo Viviani. In onda la conversazione tra la presunta vittima e il presunto carnefice. Nei giorni scorsi la Procura pentra aveva archiviato il caso (GUARDA IL VIDEO DE LE IENE)


ISERNIA. Avrebbe subito, a soli 13 anni, abusi sessuali da un prete che ancora oggi – a distanza di tempo – esercita il proprio ministero in una parrocchia della provincia di Isernia. E ora c’è un nuovo colpo di scena nella vicenda, giunta alla ribalta delle cronache lo scorso dicembre, quando la presunta vittima, Giorgio Babicz, ha deciso di denunciare pubblicamente i fatti.

Della storia si sono occupati anche organi di informazione e trasmissioni nazionali e, nel servizio di Matteo Viviani, andato in onda ieri sera durante la trasmissione Le Iene, sembrerebbero esserci delle parziali ammissioni da parte del parroco coinvolto. Parole che getterebbero ‘nuova luce’ sul caso, recentemente archiviato dalla Procura di Isernia per mancanza di elementi.

Il giovane, oggi 34enne, con la complicità della Iena, ha incontrato il sacerdote e, munito di telecamera nascosta, ha registrato una conversazione nella quale si è parlato dei presunti abusi. Il parroco, incalzato, si abbandona ad affermazioni del tipo: “Tu per me eri tutto”. “A volte nella vita uno può anche sbagliare”. “Per quegli errori che ho commesso, ti chiedo sinceramente scusa. Non sto dicendo che ero un santo”. “Nessuno è perfetto”. “Tu dimentica, io dimentico”.

Affermazione che hanno spinto Viviani a cercare prima il prelato, che non ha rilasciato dichiarazioni, poi il vescovo della diocesi di Isernia–Venafro, monsignor Camillo Cibotti, per il quale il giovane avrebbe avuto, in passato, ripetute occasioni per denunciare i fatti e per cui non esisterebbero, allo stato attuale, evidenze per allontanare dalla parrocchia il parroco accusato. Resta ora da capire se tali novità avranno effetti, in ordine alla riapertura delle indagini.

La storia di Giorgio ha inizio in Polonia, dove il giovane, allora bambino, ha conosciuto il sacerdote che in breve è divenuto il suo tutore e che, trasferitosi in Italia, in provincia di Isernia, l’ha portato con sé, per offrirgli una vita migliore. Nel paesino sarebbero iniziati invece gli abusi, finiti anni dopo, quando il ragazzo stava per raggiungere la maggiore età. Questi dopo un periodo di sofferenza e di sostegno psicologico, lo scorso anno avrebbe deciso di parlare, prima recandosi ai carabinieri e poi alla Curia.

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