L’analisi delle ultime vicissitudini interne al centrodestra per trovare la quadra sul candidato governatore
di Gaetano Gargiulo
Confessiamolo, abbiamo passato ore d’inferno. Leggere che Iorio, Ruta e Romano tentavano il grande accordo ci aveva gettato in un profondo sconforto. Nemmeno l’assunzione di massicce dosi di ansiolitici erano riuscite a tranquillizzarci. Vagando per la città, coglievamo la stessa inquietudine negli sguardi delle persone che incontravamo. In tanti ci chiedevamo, senza (ahinoi!) trovare convincenti risposte, com’era stato possibile che l’esponente più carismatico del centrodestra, colui che, fino a poco prima si era speso per l’unità della coalizione, avesse così repentinamente cambiato idea Di notte poi, quando si è soli con se stessi, sentivamo una voce che ossessivamente ci ripeteva: Uniti si vince!
Vi lascio quindi immaginare, con quanta esultanza, abbiamo accolto la notizia del ravvedimento, speriamo operoso, del nostro condottiero. Sentiamo già il profumo della vittoria. Se i giapponesi, prima dell’attacco a Pearl Harbor, per galvanizzarsi gridavano: “Tora, Tora” noi, rinvigoriti dall’inaspettato ritorno, possiamo ora gridare: “Toma, Toma “.
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