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Regionali, la grande fuga: big in ritirata, seconde linee fuori gioco

Gli effetti dell’avanzata dei Cinque Stelle e di una legge elettorale con collegio unico che favorisce prettamente i candidati riconoscibili sul territorio. Difficile più che mai riuscire a comporre le liste a soli tre giorni dal termine. Pesa anche l’eliminazione del voto disgiunto. 


CAMPOBASSO/ISERNIA. Si salvi chi può. Rispetto al cosiddetto esercito di candidati per ogni tornata elettorale, per le Regionali 2018 si profila un dimezzamento delle truppe per ognuno dei tradizionali schieramenti.

Lo tsunami a Cinque Stelle, in primis, e le novità della legge elettorale nostrana, poi, presenterebbero più di qualche ostacolo alle ‘candidature facili’. E le odierne defezioni lasciano intravedere una strada tutta in salita per la composizione delle liste, con partiti e movimenti costretti ad avviare una vera e propria caccia all’aspirante consigliere di turno.

All’annuncio, mesi fa, del ritiro dalla scena della consigliera uscente Nunzia Lattanzio, hanno fatto seguito le decisioni dei colleghi Nico Ioffredi e Filippo Monaco. E, nelle ultime ore, un nuovo ‘big’ ha comunicato l’intenzione del passo indietro: Lucio De Bernardo, dato per vicinissimo a Frattura, fino ad oggi.

Il direttore del distretto sanitario pentro, ex consigliere regionale di Progetto Molise, da tempo aveva manifestato la propria volontà di scendere nuovamente nell’agone politico, salvo ripensarci nelle ultime ore, con tanto di comunicazione ufficiale via Facebook. “Ho scelto, con grande amarezza, di non candidarmi – afferma – per non aver ritrovato nell’attuale cultura politica il mio pensiero. Ho sempre pensato che la politica debba essere orientata verso obiettivi concreti, affrontare problemi reali ed essere sospinta dalla speranza di una società migliore, attraverso strumenti nobili quali la passione, il bene comune, la solidarietà, il rispetto delle regole senza creare esclusioni e diseguaglianze. Questi i principi cardine che hanno rappresentato la mia vita personale e professionale e che dovrebbero rappresentare una politica reale ed umana, sensibile e attenta ai bisogni e alle preferenze del cittadino, attraverso l’ascolto attivo e la partecipazione comunicativa. Questi strumenti – aggiunge – saranno il mio modo di continuare ad essere un riferimento, anche se non come politico, ma come tecnico di un settore importante che possa meglio analizzare e interpretare l’interesse generale e il bene pubblico, spianando le differenze, indipendentemente dalla classe sociale e dalla appartenenza politica”.

De Bernardo prende, dunque, le distanze dall’attuale momento politico. E come lui parrebbe essere orientato l’imprenditore isernino Cosmo Tedeschi. Sicura, invece, l’assenza dell’avvocato Raimondo Fabrizio, primo eletto al Comune di Isernia nelle file di Forza Italia.

A determinare il ‘fuggi-fuggi’, come su brevemente enunciato, certamente l’inaspettato exploit alle Politiche del Movimento Cinque Stelle, di cui si teme il riverbero sulle Regionali, che ha scompaginato i soliti schemi. La classe politica teme la sconfitta, oggi più che mai. Difficile, dunque, arruolarsi con una percentuale di vittoria decisamente sotto le normali aspettative.

A cambiare le carte in tavola anche l’introduzione, con l’approvazione delle legge elettorale regionale, del collegio unico. Condizione che se da una parte, secondo una lettura ottimistica, porta alla selezione della classe dirigente, dall’altra, stando alle interpretazioni più pragmatiche, favorisce gli uscenti, forti – nel bene e nel male – di maggiore visibilità sull’intero territorio regionale.

Anche l’abolizione del voto disgiunto riveste un ruolo chiave nel fenomeno delle defezioni. L’assenza di candidati realmente condivisi alla presidenza della Giunta – eccezion fatta per i Cinque Stelle – e lo stato di marasma all’interno delle coalizioni, mette in difficoltà gli aspiranti consiglieri con il proprio elettorato; per la serie: ti chiedo il voto per me, ma anche per un candidato governatore e una coalizione ancora ignoti. E chi avesse voluto incrociare, scegliendo un presidente di uno schieramento e il consigliere della fazione avversaria magari per amicizia, parentela, clientelismo o altro, non potrà più farlo.

Insomma, la situazione appare complessa e l’opzione di farsi da parte cresce nelle quotazioni: troppe le incognite, per tutti.

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