Il governatore: bando ai personalismi, la nostra comunità ci ha chiesto di stare uniti. Non esclusa una propria candidatura come consigliere: “Deciderà il candidato presidente”
CAMPOBASSO. Paolo Frattura lascia e non raddoppia. Il presidente della Regione, dopo un lungo tira e molla, cede il passo al ‘suo’ assessore Carlo Veneziale, membro esterno della Giunta, che proprio lui aveva voluto accanto a sé per dare rappresentanza alla provincia di Isernia.
Il governatore, di fronte alla scelta del Pd, il suo partito, di indicare Veneziale come candidato in grado di fare sintesi, ha deciso di fare un passo indietro definitivo, optando per un’uscita di scena che non tutti avrebbero avuto davvero il coraggio di fare fino in fondo. Come lui anche Roberto Ruta, che dopo aver rinunciato a correre per il Senato, lo scorso 4 marzo, ha deciso di riportare le sue truppe, sotto le insegne di Molise 2.0, nell’alveo del centrosinistra per il bene della coalizione. Ricomponendo i cocci di un vaso che sembrava ormai frantumato per sempre.
Contattato telefonicamente da isNews, Frattura spiega come il proprio obiettivo primario sia sempre stato quello “di presentare un centrosinistra unito, che superasse ogni personalismo e autoreferenzialità. Quando il Partito Democratico ha avanzato la candidatura di un galantuomo come Carlo Veneziale, ho deciso di farmi da parte. E devo dire che con altrettanta signorilità si è mosso anche Ruta con il Molise 2.0, condividendo alla fine la scelta”.
“Siamo uniti nel rispetto della comunità del centrosinistra, che ci ha chiesto di stare insieme – ha aggiunto Frattura – Andremo a giocarci la partita fino in fondo, difficile che sia. Ma sono convinto che il centrosinistra si presenterà competitivo ai nastri di partenza e credo che alla fine potrà farcela”. In questi giorni il governatore ha lavorato alacremente alla composizione delle liste. Perché, né è convinto, “più che mai ora è importante la qualità della squadra che sosterrà il nostro candidato presidente”.
Sul proprio futuro politico, però, non chiude definitivamente la porta. ”Sono nella completa disponibilità del candidato presidente. Io ci sono per raccontare al Molise cosa fatto in questi cinque anni. Per far comprendere a tutti quanto lavoro è stato compiuto, pur consapevole che nella percezione comune questo nostro impegno quotidiano non è passato come avremmo auspicato. Se lui riterrà che per me possa esserci un ruolo, valuterò il da farsi. Ma senza pretendere nulla. Se lo vorrà, sono a disposizione”.
Ma quale il vero avversario alle Regionali del 22 aprile, ora che anche il centrosinistra si è riunito sotto lo stesso tetto dopo che il centrodestra sembra, per buona parte (eccezion fatta per Michele Marone) avere raggiunto la compattezza? “Le Politiche del 4 marzo parlano chiaro – ha commentato il presidente uscente – L’unico vero avversario è il Movimento Cinque Stelle”. E a chi gli fa notare che Donato Toma, candidato del centrodestra, ha dalla sua numerose liste, risponde sicuro: “Non credo molto agli assembramenti senza una reale continuità di programmi”. Nessun rancore personale, infine, verso i transfughi del centrosinistra, riaccasatisi nelle file avversarie. “Per me vengono prima i rapporti umani. Il rispetto delle persone mi preme più del resto”.
Il centrosinistra, dunque, si presenterà ‘privo’ di quella componente ‘spuria’ – Vincenzo Niro e Aldo Patriciello – che aveva costituito comunque una parte della sua ‘ossatura’ alle Regionali del 2013. “Io la vedo più che altro come la fine dell’esperienza di questa legislatura – ha argomentato – che aveva visto più forze politiche condividere lo stesso programma di governo. Ci sono cose buone che abbiamo fatto in questi cinque anni, altre che legittimamente non sono piaciute a tutti. La nostra coalizione si presenta alle elezioni con una chiara e precisa connotazione politica, in cui il collante sono il programma e gli obiettivi”.
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