Regionali, centrosinistra ‘depurato’: con Veneziale si tenta lo ‘schema Lazio’

L’assessore regionale, considerato uomo di specchiata onestà, sarà chiamato a restituire identità alla coalizione e a convincere anche l’elettorato più scettico dopo la fuoriuscita della componente di centrodestra rappresentata da Patriciello, Niro e Micone


CAMPOBASSO/ISERNIA. La mission impossible è quella di emulare lo schema Lazio per eguagliarne quantomeno il risultato: dal Pd a Leu, in un’ampia coalizione che mira a bissare il successo di Nicola Zingaretti.
Così il centrosinistra, con un ‘colpo di teatro’, ritrova l’unità, proprio quando tutto sembrava perduto e, soprattutto, quando i rapporti tra i leader delle due fazioni, Paolo Frattura e Roberto Ruta, parevano definitivamente compromessi, con provocazioni forti lanciate a distanza.
Al fotofinish ha prevalso la responsabilità. La consapevolezza che divisi si era fuori dalla partita ben prima del fischio d’inizio. E anche il coraggio, in particolare dell’uscente, di mettere da parte personalismi sterili, nel nome di un programma condiviso e di un obiettivo comune.

L’anello di congiunzione, come intuito già nelle scorse settimane da isNews, non poteva che essere l’assessore esterno della giunta in carica, Carlo Veneziale, scelto da Frattura per far parte della sua squadra, eppure formatosi sotto l’egida del duo Ruta-Leva. Ed ecco che l’operazione, riuscita al centrosinistra a count-down iniziato e frutto di un’estenuante trattativa (riferiscono i beninformati, ndr), presenta due principali vantaggi in vista dell’imminente appuntamento elettorale.

RITORNO ALLE ORIGINI. In primo luogo, la scelta di Veneziale riconsegna un centrosinistra ‘depurato’ dalla componente centrista e destrorsa rappresentata dai vari Vincenzo Niro, Salvatore Micone e soprattutto Aldo Patriciello & co. Ma anche da quanti, pur avendo militato finanche nel Pd con ruoli di rilievo, come il consigliere e già assessore Massimiliano Scarabeo, non ne hanno mai totalmente ‘sposato’ i dettami. Un centrosinistra che pare tornare alle origini, dunque – eccezion fatta per l’attuale governatore, non proprio di tradizione ‘rossa’ – e pronto a intercettare non solo quella parte di elettorato indignato che alle Politiche è confluito in Liberi e Uguali, ma anche quello che ha scommesso sui Cinque Stelle.

Seppur presente nell’esecutivo Frattura, Veneziale sarà, infatti, chiamato a rappresentare tutta una coalizione, ormai priva di alleati ‘scomodi’, pertanto avrà le mani molto più libere. Cruciali, a questo punto, saranno le scelte sulla sanità, argomento al centro di aspre critiche avanzate sin dal 2015 proprio dall’interno: a partire dall’ex onorevole Danilo Leva, che pubblicamente ha accusato,  più volte, il governo regionale di favorire gli interessi del privato. Ora però ci sarebbero le condizioni per portare avanti quei progetti già in cantiere considerati buoni e riscrivere, invece, pagine nuove laddove sarà necessario.

ISERNIA PROTAGONISTA. In secondo luogo, l’operazione unità riesce a restituire l’agognata rappresentatività alla provincia di Isernia. Tanti, negli ultimi cinque anni, sarebbero stati attraversati da un sentimento di insoddisfazione verso un governo regionale ritenuto ‘campobassocentrico’. Condizione cui Frattura ha tentato di porre argine proprio con la nomina in giunta di Veneziale. Ma oggi che quest’ultimo è addirittura nella condizione di aspirare alla leadership del Molise, è tutta un’altra storia.