In occasione della Giornata internazionale della felicità
ISERNIA. Nella biblioteca civica ‘Michele Romano’ ci sono solo donne, mercoledì pomeriggio. Poi, gradualmente, la sala si riempie. E arriva qualche collega, amico, marito, qualche papà. Si prende posto, l’atmosfera è tranquilla e amichevole. Ma presto si carica di emozione, risate, e qualche piccola lacrima di commozione.
In occasione della Giornata internazionale della felicità la sezione isernina della Federazione italiana donne arti professioni e affari ha deciso di raccontare le proprie eccellenze, che sono anche le eccellenze di un intero territorio, nell’evento ‘Donne costruttrici di felicità’. Ed è proprio da questo concetto che parte la dottoressa Francesca Capozza, psicologa e psicoterapeuta: da come si possa creare e costruire la felicità come qualcosa di interno a noi, soggetti attivi, mettendo in guardia dalle cosiddette ‘trappole cognitive’. Commovente la presentazione dei progetti letterari nati in seno al carcere di Isernia, nei quali i detenuti hanno dimostrato di avere una sensibilità rara e di riuscire a dare importanza alle piccole cose, quelle che magari a noi sfuggono. Un’attenzione particolare al tema delle carceri e dei diritti dei detenuti viene anche da Leontina Lanciano, garante regionale dei diritti della persona. “È vero che chi sbaglia deve pagare, ma sempre nel rispetto dei diritti umani”, ha dichiarato durante il suo intervento, riallacciandosi poi al tema di una felicità che va ricercata, costantemente.
“È importante avere le informazioni necessarie per scegliere: la conoscenza ci rende liberi e ci permette quindi di essere felici” – così l’avvocato Serenella Sestito, presidente dell’associazione ‘Ti amo da morire onlus’. E ricordando che non esiste, in Italia, una vera tutela legale della felicità, fornisce l’assist alla responsabile del servizio immigrazione della cooperativa sociale ‘NuovAssistenza Onlus’, Joanna Madejska. “Esistono dei progetti, ad esempio lo Sprar, il cui vero scopo è ricostruire la speranza dei nostri assistiti, e quindi la loro felicità. E questo non ha prezzo”.
Ma è dall’ambiente scuola che vengono le testimonianze forse più toccanti. Rebecca Pietrangelo, studentessa dell’Isis Majorana-Fascitelli, ha condotto la platea in un viaggio letterario attraverso la figura della donna intesa come centro della gioia e dell’amore. Ma il ruolo della donna è anche quello di madre, di educatrice in grado di sostenere il bambino nella propria crescita emotiva e personale, insegnando a mettere le emozioni al centro della propria felicità. Un ruolo che Gaia Rossi, insegnante della scuola primaria e attrice della compagnia Cast, conosce bene. Invitata all’evento dalla presidentessa Fidapa Isernia Serafina Ciummo, ha colto l’occasione per portare testimonianza non solo della sua esperienza attoriale, ma anche e soprattutto nella formazione dei bambini. “I media ci parlano spesso solo di cose tristi. Questa era l’occasione per poter parlare di qualcosa di bello, invece, di questa grande forza generatrice che c’è dentro ciascuno di noi”. Grazie al teatro lei stessa, racconta, ha scoperto la felicità “nelle piccole cose: la luce del palcoscenico che ti scalda, gli abbracci prima di andare in scena. Dopotutto il nostro teatro si chiama ‘piccolo spazio libero il Proscenio’, e forse la felicità sta proprio qui: nel cercare questo ‘piccolo spazio libero’ dentro di noi. E Salvatore Mincione, il nostro regista, ha la sensibilità giusta per raccontare questo sentimento sul palcoscenico ‘usando’ non solo noi attrici, ma tutta la compagnia, perché la felicità è qualcosa di universale. Anche se, sono sicura, la donna ha una marcia in più, quando si tratta di costruirla e crearla. Non conosco di certo il segreto per essere felice; però so che, quando lo sono, ci faccio caso”.
Come insegnante è consapevole che i bambini siano ‘portatori sani’ di felicità’. Ed è stato particolarmente toccante il momento della conferenza in cui ha letto i bigliettini con cui i suoi bambini di quinta, in forma anonima, hanno spiegato cos’è per loro la felicità. Per uno è quando vince la sua squadra del cuore. Per un altro, quando il papà torna dal lavoro dopo diversi giorni di assenza. Per molti è legata alla famiglia, ai nonni, o al successo a scuola. Ma, come sempre, sono le bambine a stupirci: “Per me la felicità è un campo fiorito dove i bambini giocano e si divertono”. Ma soprattutto, se chiudiamo gli occhi, “la felicità è la gemma del fiore che sboccia a primavera”.
Pierre
Unisciti al gruppo Whatsapp di isNews per restare aggiornato in tempo reale su tutte le notizie del nostro quotidiano online: manda ISCRIVIMI al numero 3288234063