Regionali, Michele Marone si ritira: no alle ammucchiate, nessun accordo

L’esponente di Energie per l’Italia non parteciperà alle elezioni con proprie liste: continueremo a fare politica fuori dalle istituzioni. Mani libere ai suoi sostenitori


TERMOLI. Michele Marone si tira fuori. Non sarà della partita alla prossime Regionali, non essendo riuscito a trovare un’intesa con ‘l’altro centrodestra’, quello di Donato Toma. Il suo è stato un no, forte e chiaro, alle grandi ammucchiate. Ma, “per dovere di appartenenza politica all’area liberale e popolare e quindi al centrodestra”, ha preferito non correre da solo e continuare a fare politica, col suo gruppo, al di fuori delle istituzioni regionali.

L’annuncio nel corso di una conferenza stampa, dalla quale i più si aspettavano una convergenza sul presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Campobasso. E invece no. Ha voluto mantenere la schiena dritta, restando coerente con quanto dichiarato nelle ultime settimane.

Marone, che in apertura dell’incontro con gli organi di informazione ha mostrato un eloquente trailer di ‘Cettolaqualunque’, ha ribadito di aver presentato, sin dallo scorso 24 febbraio, un “programma preciso contenente risposte ai problemi dei cittadini in ordine alla sanità, all’agricoltura, al turismo, al lavoro e alle infrastrutture”.

Purtroppo però – ha ‘denunciato’ l’avvocato termolese – “l’unico interesse ricevuto dalle forze politiche è stato di natura elettorale”. Senza peli sulla lingua ha incalzato: “Sono stato contattato da destra e sinistra, perché Marone rappresenta un bacino sociale molto importante; il basso Molise e Termoli hanno rappresentato sempre il volano dell’economia regionale, ecco l’interesse dov’è. Ma vogliono solo i nostri voti, – ha proseguito caustico – Abbiamo assistito a un balletto di tavoli per i quali lascio a voi il commento, dove si è parlato solo di nomi, nomi del miglior candidato per vincere a tutti i costi le elezioni del Molise. Questi signori, soprattutto dal centrodestra, – ancora Marone senza freni – non hanno capito la lezione del 4 marzo, che ha ribadito una necessità di cambiamento da parte del popolo per tutta la classe dirigente nazionale e regionale. E l’attuale classe dirigente, dalla sua, o fa finta di non capire o non se ne è resa conto volutamente. E’ impossibile oggi pensare di fare grandi ammucchiate con i soliti noti, finalizzate a un presunto obiettivo, ma non dobbiamo prenderci in giro. La gente legge, capisce e vede. Non dobbiamo prendere più in giro i cittadini molisani”.

Di qui la dura e amara conclusione: “C’è necessità di ridare dignità alla politica, – ha chiosato Marone – perché altrimenti consegnamo la regione alla protesta. Siccome non si è condiviso il messaggio di Energie per l’Italia e del Mam, di fronte a questo andazzo finalizzato solo a prendere il potere, noi non ci stiamo, né con il centrodestra, né con tutti gli altri. Noi iniziamo a cambiare, anche se non all’interno delle istituzioni. Faremo politica anche al di fuori, per tornare a interessare la gente con la chiarezza, la coerenza, la competenza e l’onestà. Non siamo secondi a nessuno. Avremmo potuto candidarci senza collegarci a nessuno, ma il dovere di appartenenza politica all’area liberale e popolare, quindi al centrodestra, m’impone di non farlo. Dunque, mani libere e ritiriamo la candidatura”.

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