Il consigliere comunale di ‘Persone e idee per Isernia’ critica metodi e iter per la scelta del candidato presidente, così come il mancato rinnovamento della classe politica
ISERNIA. Candidatosi per la corsa a Palazzo San Francesco con la civica ‘Persone e idee per Isernia’, spinto dalla convinzione di promuovere il cambiamento per il proprio territorio, a partire dal rinnovamento della classe politica, il consigliere comunale pentro Stefano Testa analizza lo scenario delle imminenti Regionali. E, pur confermando la sua estrazione di centrodestra, prende le distanze dal percorso tracciato dalla coalizione, non condividendone metodi e prospettive.
In uno scritto, nel quale ricorda in primis la sua partecipazione alle Comunali di Isernia, con una formazione intenzionata a “non prendere ordini dal potente di turno”, Testa osserva: “Rispetto al 2016, purtroppo, le cose non sono mutate e alla guida della regione si ripropongono schieramenti che hanno messo insieme centinaia di persone di ogni provenienza e storia politica, tra cui spiccano i soliti irriducibili, che della politica ne hanno fatto un mestiere capace di arricchirli, e che hanno organizzato le liste in maniera da avere il primato delle preferenze, turlupinando anche la rappresentanza femminile che in molti casi avrà il solo ruolo di portare le preferenze al capo che le ha ‘gratificate’ con la candidatura”.
E ancora. “Questa volta, – prosegue il consigliere comunale – sebbene insieme a tanti amici amministratori ci siamo spesi fino alla fine per cercare di dare una svolta alla politica regionale, attraverso la candidatura a presidente di una figura autonoma e super partes (Enzo Di Giacomo, ndr), il progetto è naufragato per il volere di pochi a ridosso della presentazione delle liste. Questo era il momento di dimostrare ai 5 Stelle – rilancia – che anche i partiti tradizionali sono in grado di competere, facendo leva sulla forza delle idee e delle competenze e quindi la contesa avrebbe avuto un altro senso, se al fianco di un presidente autorevole si fosse presentata una sola lista, rinnovata nelle persone, scegliendo i candidati con il solo criterio della meritocrazia”.
Di qui l’amara conclusione: “Nulla di ciò si è verificato – chiosa Stefano Testa – ed è per questo che io, come tanti esponenti dei movimenti civici, che sinceramente avevano creduto in un cambiamento, delusi da quest’ennesimo ritorno al passato della politica locale, abbiamo deciso di non partecipare a questa competizione elettorale non condividendo né le modalità con cui sono state formate le liste, né tantomeno l’iter che ha portato alla scelta del candidato presidente”.
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