Categories: CULTURA & SPETTACOLI

Isernia rivive la Passione di Cristo: in migliaia per il corteo degli Incappucciati

Di scena tra le vie del capoluogo pentro la tradizionale processione del Venerdì Santo. I cittadini hanno rievocato il calvario di Gesù e della sua Mater Dolorosa, in un’atmosfera carica di fede e speranza


ISERNIA. Il rito è compiuto. Ancora una volta la fede ha fermato la città di Isernia, unita e composta nel rinnovo della passione di Cristo. Al calar della luce l’atmosfera si è fatta intesa e sospesa, sotto un cielo carico di lacrime e partecipe del dolore e del calvario di Gesù e della Mater Dolorosa.

A squarciare il silenzio solo le note della banda, le voci del coro e, soprattutto, le preghiere dei tanti fedeli che nel compimento della sacra tradizione riversano le più profonde richieste e speranze e, al tempo stesso, pronunciano parole di sentita gratitudine per le grazie ricevute.
Un evento commovente. E colmo d’emozione, esplosa con l’uscita del corpo del Cristo Morto e di sua Madre dalla Chiesa di Santa Chiara. Momento che ha sancito l’avvio della tradizionale Processione del Venerdì Santo.

Nel corteo, come ogni anno, i caratteristici Incappucciati-penitenti, che hanno trasportato le statue della Madonna Addolorata e di suo figlio morto per salvare l’umanità. Ma anche i busti degli Ecce Homo, le Croci Calvario e le Croci della Via Crucis. Al seguito i membri delle Confraternite, le associazioni di volontariato, poi le autorità civili, militari e religiose, nonché innumerevoli semplici cittadini devoti.

Il capoluogo pentro, all’imbrunire, ha cambiato volto. Ancora una volta. Ha messo da parte la frenesia e i contrasti quotidiani, per accogliere nelle sue vie il dramma rievocativo del sacrificio di Cristo.

Corso Marcelli, piazza Celestino V, piazza Carducci, via D’Apollonio, via Kennedy; e ancora via Sturzo, via De Gasperi, Corso Garibaldi, via Petrarca, via XXIV Maggio, via Enrico d’Isernia, Piazza Tedeschi, via Ponzio, via Lorusso; poi di nuovo piazza Carducci, piazza Celestino V, via Marcelli, via Occidentale, via d’Apollonio, rampa Purgatorio e il ritorno in Chiesa. Questo l’itinerario percorso. In ogni angolo cittadini astanti in atteggiamento compito, con cuore aperto e dolore condiviso.

La processione del Venerdì Santo segna, in maniera indelebile, la tradizione del popolo pentro. Una rappresentazione organizzata, ogni anno, dalla Confraternita del Santissimo Sacramento e che richiede un’accurata preparazione. Prima dell’uscita del corteo religioso, infatti, le anziane adornano di fiori l’effigie in gesso del Gesù, posto supino sul letto di morte, pieno di laceranti ferite e, successivamente, preparano la statua della Mater Dolorosa con vestito nero, ricamato con filo dorato, con testa coronata e cuore ferito da sette spade che rappresentano i sette peccati capitali.

L’opera è così completa per essere “offerta” alla collettività.

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Alessandra

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