All’ipotesi di un repentino ritorno alle urne riparte il fermento tra le formazioni politiche con grosse incognite all’orizzonte
CAMPOBASSO/ISERNIA. Nessuna intesa tra le parti per la formazione del Governo. L’unico punto di incontro tra Di Maio e Salvini, al momento, sembra essere il ritorno al voto il prossimo 8 luglio o al massimo il successivo 15 luglio. Ipotesi che il Presidente della Repubblica Mattarella sembra voler rinviare in autunno, ammesso che non si raggiunga l’intesa su un poco probabile ‘governo di tregua’. Ma lo spettro delle elezioni anticipate crea scompiglio in un Molise che è appena uscito dalla faticosa e mediatica tornata elettorale delle Regionali.
Un Molise che, specchio della situazione nazionale, ha assistito al trionfo, per un soffio, della grossa coalizione di centrodestra, tallonata dai Cinque Stelle e alla sconfitta della sinistra, che pare rischiare l’estinzione. Ad oggi, dinanzi all’ipotesi di un appuntamento ravvicinatocon le urne, si palesa la cosiddetta ‘moria di candidati’. Soprattutto alla luce dell’incerto quadro politico.
Guardando alle ultime Politiche, il Pd è il partito che si presenta con la situazione più complessa: i due candidati di spicco, ossia Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, sono ormai eletti in Consiglio regionale – salvo sroprese derivanti dall’imminente proclamazione degli eletti, che potrebbero riguardare la segretaria regionale Dem – ed è difficile immaginare la loro rinuncia al ‘certo per l’incerto’ per amor patrio. Ancora più impensabile appare una ridiscesa in campo dell’imprenditore Enrico Colavita, ormai ‘bruciato’ politicamente con la precedente esperienza. O di Carlo Veneziale, già ‘immolatosi’ per le Regionali in nome dell’unità della coalizione. Da capire, invece, cosa farebbe Laura Venittelli.
Situazione analoga per il centrodestra, che ha piazzato a palazzo D’Aimmo sia Aida Romagnuolo che Michele Iorio. E la cui ‘punta di diamante’ del 4 marzo, ossia Mario Pietracupa, potrebbe non voler tentare di nuovo la corsa per non correre il rischio di rimediare, nella peggiore delle ipotesi e suo malgrado, la terza bocciatura consecutiva delle urne, nonostante l’ottimo risultato in percentuale riscontrato lo scorso 4 marzo, per quanto insufficiente a fermare l’avanzata dei Cinque Stelle. Iorio, invece, dal ritentare la carta del Parlamento potrebbe trarre dei vantaggi. Sul suo posto in assise regionale pende, infatti, la temuta sospensione ai sensi della legge Severino dopo la condanna in Appello per la vicenda ‘Zuccheropoli’, mentre se fosse eletto a Montecitorio o a Palazzo Madama non subirebbe alcuno ‘stop’. Diverso il discorso per Annaelsa Tartaglione, eletta grazie al ‘paracadute’ in Puglia. Vista la carica ricoperta di coordinatrice regionale di Forza Italia in Molise, per lei potrebbe esserci ancora una doppia candidatura che la metterebbe al riparo da spiacevoli sorprese. Ma, oltre lei, ben pochi potrebbero essere i coraggiosi ad accettare una candidatura.
Solo i Cinque Stelle potrebbero non avere problemi a trovare aspiranti parlamentari, a cominiciare dal quartetto ‘uscente’ Federico, Testamento, Ortis e Di Marzio. O, forse, anche gli esponenti di Liberi e Uguali rimasti fuori dai giochi come Francesco Totaro o Danilo Leva potrebbero pensare di scendere ancora in campo, nonostante l’ex deputato abbia dichiarato a più riprese di aver terminato la carriera politica. Su questi ultimi peserebbe però l’incognita del partito in cui eventualmente ‘alloggiare’, alla luce di un’infelice e probabilmente irripetibile esperienza di Leu, partito che ha tuttavia eletto – al di fuori di ogni pronostico immaginabile – Giuseppina Occhionero.
Insomma, neanche il tempo di proclamare gli eletti in Regione, che già sembra rimettersi in moto la macchina elettorale.
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