Nessuna risposta per la riqualificazione e la gestione dell’impianto natatorio di Isernia: è la seconda volta da settembre scorso, nonostante le modifiche all’avviso pubblico


ISERNIA. Ancora nulla di fatto per i lavori di ammodernamento, riqualificazione e il successivo affidamento della piscina comunale di Isernia. Oggi a mezzogiorno la scadenza: ma nuovamente deserto il bando pubblico, nonostante la struttura tecnica di palazzo San Francesco avesse proceduto a rimodulare l’avviso per renderlo più appetibile per gli operatori economici, considerata l’assenza di risposte già nello scorso mese di settembre.

L’obiettivo dell’amministrazione era, ed è, quello di restituire alla comunità isernina, in tempi brevi, un impianto funzionale e adeguato. Intenti che sembrano sfumare alla prova dei fatti. Tra le novità introdotte con la riedizione del bando: l’allungamento dei tempi di concessione da 20 a 25 anni; la previsione nelle aree destinate all’ampliamento di attività ricreative, ludico-sportive e di ristoro; la possibilità di corrispondere il dovuto della concessione al concedente (ovvero al Comune di Isernia) a partire dal sesto anno di concessione, per l’intera durata della stessa. Ed anche la possibilità di dilazione delle spese progettuali.

Come è noto, l’oggetto dell’appalto prevedeva l’esecuzione di lavori di ristrutturazione, miglioramento sismico, adeguamento igienico-funzionale mediante project financing. Nello stesso era stabilita anche la gestione della struttura di proprietà municipale, allo scopo di favorire la pratica sportiva in città, il tutto per la cifra di 1 milione 194.759,84 euro. Ma l’opera stenta a decollare, tra lo sconcerto generale della cittadinanza, da anni costretta a recarsi a Venafro per il nuoto.

L’avviso doveva scadere 15 giorni fa, ma era stato posticipato su richiesta di alcune ditte che avevano chiesto una proroga, dimostrando così un potenziale interesse. Rimasto però solo teorico, probabilmente a causa dei costi di adeguamento dell’impianto, giudicati evidentemente troppo elevati. Ora il Comune starebbe pensando a una procedura negoziata e, in ultima analisi, finanche a sobbarcarsi per proprio conto le spese di adeguamento. Ma occorre trovare i fondi, che al momento scarseggiano.

 

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