Secondo il nuovo piano attuato dalla multinazionale, nello stabilimento di Pozzilli risultano in esubero 27 operai e 14 impiegati. La fabbrica è destinata a perdere il 20% della forza lavoro


POZZILLI. Crisi, concorrenza e calo della produzione: diverse le motivazioni che hanno portato la Unilver ad annunciare il licenziamento di 41 dipendenti dello stabilimento di Pozzilli. Su 220 sono stati considerati in esubero 27 operai e 14 impiegati: in pratica il 20% della forza lavoro presente in azienda.

Il settore della detergenza, di cui si occupa la fabbrica di Pozzilli, ormai da anni fa i conti con una crisi profonda, dovuta soprattutto ad un contesto competitivo, ma anche a una forte concorrenza sul prezzo. E lo stabilimento molisano, ad avviso della multinazionale, paga le conseguenza di tale competitività. Stando ai dati forniti dall’azienda, infatti, da diversi anni si stanno registrando significative riduzioni dei volumi di produzione. Dal 2016 a oggi, il calo risulta essere pari a circa 37mila tonnellate.

Una serie di dati negativi, dunque, che hanno indotto la multinazionale a mettere in atto una serie di azioni strutturali e importanti cambi organizzativi, per consentire la sopravvivenza dello stabilimento di Pozzilli. Azioni che si rendono necessarie nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni per fronteggiare le varie problematiche.

Varato dunque un nuovo modello organizzativo che ha l’obiettivo tra l’altro di ottimizzare le attività lavorative attraverso l’automazione di alcune postazioni. Prevista inoltre una maggiore efficienza degli impianti produttivi per elevare i tassi di produttività.

Per quel che concerne nelle specifico lo stabilimento di Pozzilli, la multinazionale ha deciso di sopprimere o ridimensionare alcune attività indirette e dirette di produzione, potenziando al contempo produttività e innovazione. Procedura che porterà alla riduzione di 41 posti di lavoro in diversi settori di produzione. Il reparto dell’azienda che riceverà i tagli maggiori è quello del Packing, con 21 licenziamenti previsti.

Una riduzione del personale che, secondo l’azienda è inevitabile e non più procrastinabile, in quanto non risulta possibile il ricorso alla Cigs, così come non sussistono le condizioni tecnico-organizzative per ricorrere al part-time o ai contratti di solidarietà.  Un duro colpo dunque per i dipendenti dello stabilimento e per l’economia dell’intero territorio.

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