Categories: CRONACA

Isernia, furto dell’oro della Madonna: il prete sceglie il rito abbreviato

Questa mattina udienza dal Gup per l’ex parroco di Roccasicura don Agostino Lauriola, accusato di aver rubato preziosi per oltre 100mila euro. Il Comune è stato riconosciuto parte lesa e sarà parte civile nel processo


ISERNIA/ROCCASICURA. Ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato l’ex parroco di Roccasicura don Agostino Lauriola accusato del furto dell’oro della Madonna di Vallisbona. Questa mattina in tribunale si è tenuta l’udienza preliminare e il gup Arlen Picano ha fissato al prossimo 6 dicembre la discussione a cui seguirà la sentenza. Sempre oggi il Comune di Roccasicura, rappresentato dall’avvocato Fabio Milano (che è anche il sindaco del paese) è stato riconosciuto parte lesa e quindi sarà parte civile nel processo.

“Sono felicissimo – ha affermato Milano -. La comunità è stata profondamente scossa da quanto accaduto, per via del forte legame affettivo nei confronti della Madonna di Vallisbona. I cittadini chiedono giustizia ed è importante che siano stati riconosciuti parte lesa”.

Sempre il 6 dicembre torneranno davanti al gup anche gli altri tre imputati che, a differenza del sacerdote, non hanno chiesto di essere giudicati con riti alternativi. Per questo il giudice dovrà decidere se dovranno essere processati per furto aggravato e favoreggiamento.

Nuova svolta dunque nel caso che ha creato profonda indignazione nel piccolo centro. Tutto cominciò a settembre del 2016, quando in occasione delle celebrazioni in onore della Madonna di Vallisbona, i fedeli accorsi nel santuario notarono che la statua non era addobbata come al solito. Mancava l’oro, e ne mancava parecchio.

Per questo l’episodio venne segnalato ai carabinieri che avviarono le indagini del caso. Al contempo si procedette a fare una stima dell’oro sparito. Impresa non facile, visto che fino a una quarantina di anni fa, subito dopo la festa religiosa con l’esposizione dell’oro, veniva fatta la cosiddetta ‘pesa’ dei preziosi. La lista veniva firmata dal parroco, dal sindaco e dal presidente del comitato festa. Una procedura che con il tempo si è perduta e per questo è stato più complesso quantificare l’ammanco che, comunque dovrebbe ammontare a oltre 100mila euro.

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Deborah

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