Dibattito in Consiglio comunale dopo le dimissioni del consigliere Antenucci da capogruppo: da più parti chiesta una ‘revisione’ degli equilibri e il maggior coinvolgimento delle minoranze


ISERNIA. Le dimissioni da capogruppo da parte del consigliere Tonino Antenucci scatenano un dibattito politico in assise. Dai banchi dell’opposizione e della maggioranza si alza un appello al sindaco a ‘rivedere’ l’attività amministrativa, coinvolgendo maggiormente il Consiglio nelle scelte.

Giovancarmine Mancini, su tutti, chiede un azzeramento della giunta, ovvero una rimodulazione delle deleghe: “Nessuno vuole prendere il posto di qualcuno in giunta, ma è giusto che si avvii un dibattito serio nella maggioranza e anche nell’opposizione di centrodestra, per riorganizzarsi e dare magari nuova forza all’attività amministrativa”.

Appelli congiunti a una verifica politico-amministrativa, che nascono dal mutamento degli scenari politici nazionali e anche dalla singolare composizione delle minoranze a palazzo San Francesco, divise tra centrosinistra, Cinque Stelle e ancora centrodestra. Ad aprire le ‘danze’ il consigliere Stefano Testa, intervenuto a ribadire il concetto espresso già nei giorni scorsi, per una maggiore condivisione delle scelte previa revisione degli equilibri interni.

A fargli da eco la consigliera Rita Formichelli, che sottolinea le azioni dell’esecutivo – a suo avviso – poco condivise. “La minoranza è pronta a collaborare – afferma l’esponente del centrosinistra – ma vi è indifferenza da parte dell’amministrazione verso le nostre posizioni, legittimamente espresse su questioni cruciali per la città. Isernia, al momento, è in balia del degrado a causa di scelte compiute dall’esecutivo in totale autonomia. Riscontriamo la carenza di una reale programmazione e, soprattutto, – conclude – non si comprende l’indirizzo politico dell’amministrazione”.

D’accordo con Formichelli si dice finanche Gianni Fantozzi della maggioranza. Anch’egli, ricordando le ‘gesta’ dell’amministrazione Brasiello, esorta la squadra di governo a cambiare il modo di gestire la res pubblica, coinvolgendo anche le opposizioni nelle questioni cruciali dell’attività amministrativa. “È vero – afferma – sono saltati gli equilibri. I punti di riferimento politici sono mutati. Allora sì alla riorganizzazione amministrativa, che non sia però – chiosa – sulle poltrone”.

Insomma, amministrazione avvisata.

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