Isernia, omicidio in corsia: infermiera a processo con rito abbreviato

Accolta la richiesta della difesa della 46enne accusata dell’assassinio di Celestino Valentino, ucciso con l’acido cloridrico mentre era ricoverato nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Venafro. Si torna in aula a ottobre per la nomina del perito

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ISERNIA. Sarà processata con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica Anna Minchella, l’infermiera 46enne accusata dell’omicidio di Celestino Valentino, il 76enne di Pratella ucciso con l’acido cloridrico mentre era ricoverato nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale ‘SS Rosario’ di Venafro.

La richiesta, formulata dal difensore dell’imputata Aldo Moscardino, è stata accolta dal Gup del tribunale di Isernia Arlen Picano. Il giudice ha fissato la nuova udienza al 4 ottobre per la nomina del perito.

In aula anche il legale della famiglia Alfredo Ricci. “Sul piano processuale andiamo avanti in questa direzione – ha affermato -, convinti che non ci sia stata assolutamente un’incapacità dell’imputata rispetto ad un’azione efferata e premeditata nel dettaglio. Ovviamente la parola passa ai consulenti di parte. I familiari erano preparati a questa possibilità, ma per loro, ogni udienza vuol dire amarezza. Anche solo la lontana prospettiva di un’infermità li angoscia profondamente, perché chi ha letto le carte di questo procedimento non può che avere contezza del fatto che l’imputata era tutt’altro che incapace di intendere e volere”.

L’infermiera venne arrestata dai carabinieri un anno fa, perché accusata dell’assassinio del 76enne di Pratella, padre di una sua collega. A incastrare la 46enne fu, tra l’altro, un video che la mostrava mentre in tutta fretta, entrò in un supermercato per acquistare l’acido, vale a dire la stessa sostanza che il Ris rinvenne sul corpo e sul pigiama della vittima ridotta a brandelli dalla sostanza altamente corrosiva.

L’OMICIDIO. Il delitto si consumò nel pomeriggio del 22 giugno del 2016. Stando alla ricostruzione degli inquirenti l’infermiera, per una vendetta nei confronti della figlia del pensionato, anche lei in servizio nello stesso presidio sanitario, rubò in ospedale una siringa a spruzzo, con cui iniettò nel cavo orale del 76enne l’acido cloridrico, provocandogli gravissime lesioni agli organi interni, a causa delle quali morì dopo una settimana, presso il ‘Veneziale’ di Isernia dove era stato trasferito nell’immediatezza dei fatti.

IL MOVENTE.  Per l’accusa si è trattato di un sentimento di vendetta maturato a seguito del trasferimento per riduzione dell’organico dal presidio sanitario di Venafro a quello del capoluogo pentro. Provvedimento che l’infermiera non accettò e per questo si è mise in aspettativa, ritenendosi in qualche modo danneggiata a vantaggio della sua collega (figlia della vittima) che proprio per la grave malattia del padre a differenza sua, non era stata trasferita.

Deb.Div.

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